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Gosens: “Ho detto no al Bayer, voglio combattere all’Inter. Sono felice e…”
A tutto Robin Gosens. Direttamente dalla Germania, dove si trova con la sua nazionale, l’esterno dell’Inter ha parlato tra campo e mercato. Ecco le sue dichiarazioni nell’intervista rilasciata a Sport1.de: “Convocazione in Nazionale? Mi sono messo alle spalle un anno di sofferenza e sono naturalmente felice di essere di nuovo qui. Questa convocazione la vedo come un premio per il duro lavoro. Ma il biglietto per i Mondiali in Qatar non è sicuramente ancora nelle mie mani. Sono di nuovo pronto a ricombattere. Non sono ancora in quello stato di forma nel quale ero a Bergamo quando le mie prestazioni erano molto buone. Ci sono vicino, ma so allo stesso tempo che c'è ancora molto su cui lavorare.
Attualmente entri in campo dalla panchina. A posteriori è stata la giusta decisione venire all'Inter?
Gioco in un top club mondiale e sono felice all'Inter. Il mio obiettivo è affermarmi in questo grande club. Adesso devo giocare tre, quattro, cinque partite consecutive, sto lavorando per questo. Anche in ottica Mondiali devo prendere un certo ritmo.
Il Bayer Leverkusen ti ha cercato in estate e ti voleva a tutti i costi, cosa c'è di vero?
Ho parlato al telefono con Simon Rolfes e abbiamo avuto uno scambio sincero e aperto. Gli ho detto che non ho ancora finito all'Inter e che vorrei combattere. Mi sento molto bene ora all'Inter e di certo non ci sono contro la mia volontà. Sono super motivato e sono felice dei compiti che mi aspettano. Ma sono soddisfatto solo quando sono in campo, questo è un obiettivo che ho con me stesso.
Dopo l'Europeo eri l'eroe, un paio di mesi dopo intorno a te è ritornata la calma. Come hai vissuto queste due fasi?
È stato difficile da rielaborare. Dopo la partita con il Portogallo ero sulla bocca di tutti, è stata un'esplosione mediatica. Improvvisamente nel mio paese di origine davanti alla porta della casa dei miei genitori c'erano giornalisti e cameraman. I miei genitori mi hanno chiamato e mi hanno chiesto: "Che cosa dobbiamo fare, li dobbiamo mandare via?" Naturalmente preferisco ci sia l'hype che non essere proprio notato. Ma prima bisogna trovare la propria strada. A posteriori non è stato sicuramente giusto che durante l'Europeo io sia stato così elogiato e celebrato, ma neanche che un paio di mesi dopo mi abbiano cancellato. Le oscillazioni verso l'alto e verso il basso sono troppo estreme.
La tua famiglia ti ha aiutato nei momenti più difficili?
La mia famiglia è da sempre la mia garanzia di successo. Posso sempre affidarmi a lei. Mentre ero infortunato è nato mio figlio. Tutto questo ha avuto un'influenza positiva. Noi calciatori viviamo in una specie di universo parallelo e abbiamo bisogno di essere radicati alla famiglia.
Cosa ti ha detto Hansi Flick quando ti ha convocato?
Mi ha telefonato e mi ha detto: "Robin, voglio farmi un'idea di te e della tua forma. Siamo sempre stati in contatto anche quando ero infortunato. A Hansi è piaciuto il fatto che abbia giocato due partite in Champions League da titolare. Sono grato di poter dimostrare ancora prima del Mondiale. È stata dura durante l'infortunio. All'Europeo ero una star e il futuro nel mio ruolo, poi l'infortunio e improvvisamente devi ricominciare da capo. David Raum e Christian Gunter hanno fatto molto bene. A posteriori direi che sono maturato dopo questa caduta.
Giocare in futuro in un club in Bundesliga?
Ho la grande volontà di realizzare questo sogno. Credo che, come giocatore tedesco che gioca in Nazionale e che ha esperienza di campionati esteri, potrei interessare a molti club di Bundesliga anche in futuro. Ho sempre seguito la Bundes fin da piccolo e la guardo anche ora in Italia: è l'unico campionato che guardo costantemente. Naturalmente non ci sono garanzie che ciò si avveri, ma me lo auguro davvero. Se si dovesse realizzare il sogno della Bundesliga lo Schalke sarebbe sicuramente il connubio perfetto. È sempre stato il club per il quale tifavo. Nella mia regione lo tifano tutti. Se dovessi mai capitarci si chiuderebbe il cerchio".
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