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Gravina: “Il campionato va finito, no alla A a 22. Ho proposto i playoff perché…”

Le parole di Gravina a Sportitalia

Matteo Pifferi

Intervenuto ai microfoni di Sportitalia, il presidente della FIGC Gabriele Gravinaha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

"Ringrazio il Governo per aver raccolto le nostre esigenze che danno un segnale evidente e tangibile di uno stato di crisi, lo sport rappresenta un settore dell'economia del paese che sta vivendo tensioni e criticità. Apriremo un dibattito più sentito".

SPALMARE LA STAGIONE SU DUE ANNI - "Non ammazziamo nulla, stiamo cercando di restare con i piedi per terra capendo l'emergenza che stiamo affrontando tutti. Abbiamo una grande esigenza, che il campionato italiano debba arrivare ad una sua definizione. La nostra deadline è il 30 giugno, l'obiettivo è chiudere il campionato 2019/2020".

SOCIETA' RISCHIANO IL FALLIMENTO - "Il calcio entrerà in un momento di grande crisi, la mia preoccupazione più grande è che noi siamo costretti a raccogliere le macerie, da qui nasce l'esigenza di aver lanciato due messaggi: uno al nostro interno per dimostrare di essere autosostenibile e per questo chiederemo un confronto con calciatori e allenatori ma anche al Governo".

RIMPIANTI - "Non ne ho, abbiamo avuto ordinanze e tutto il calcio si è attenuto. C'è stata incertezza di rinviare alcune gare di campionato pur sapendo dei rischi, anche di natura contrattuale, che ci sarebbero stati. Abbiamo fatto quello che ritenevano più giusto, avrei fatto le stesse scelte".

ANDARE OLTRE IL 30 GIUGNO - "Non è impossibile però è più difficile ma se fosse un interesse a livello europeo, potrebbe essere possibile adottare un'emergenza di carattere internazionale".

EUROPEO DA RINVIARE - "E' probabile, mi sembra la soluzione più giusta".

PIANO A, B e C - "Da domani ci confronteremo tutti, qualche riflessione l'abbiamo già scambiata noi presidenti di Federazioni. Qualche settimana fa c'era solo preoccupazione, oggi ci sono certezze. C'è un nemico subdolo, dobbiamo sconfiggerlo perché il bene primario è la tutela della salute dei cittadini. Il piano A è che il campionato di calcio deve trovare una sua definizione ma dovrei usare il plurale perché si parla di campionati. Abbiamo l'esigenza di dare certezza per il futuro, l'unica certezza è il completamento dei tornei.

PLAYOFF E PLAYOUT - "Dipende dai tempi, ho proposto playoff e playout perché il valore della competizione sul campo credo che sia il modo migliore per assegnare un titolo e per individuare promozioni e retrocessioni. L'altra ipotesi è che si arrivi al congelamento della classifica che genererebbe tensioni mentre l'ultima è di non assegnare il titolo. Abbiamo il dovere e l'obbligo di indicare le squadre che partecipano alle prossime Champions, Europa League, chi sale dalla B e così via. Mi auguro che questo sia possibile, vorrebbe dire che abbiamo vinto la

SERIE A A 22 SQUADRE - "Dico categoricamente no. Non mi va di penalizzare soggetti perché non vogliamo affrontare con maggiore senso di responsabilità quello che deve essere il rispetto dei format dei campionati".

DECRETO DIGNITA' - "Stiamo lavorando, ringrazio tutte le leghe che stanno mettendo giù idee e proposte che la Federazione riuscirà a mettere insieme e fare sintesi e presentare al Governo per dare un senso a questo momento di grande difficoltà. L'aspetto positivo di questo momento triste è quello di riscoprirci migliori in termini di relazioni tra di noi e dare veramente senso, realisticamente parlando, di essere in grado e capaci di dare contenuto al concetto di sistema. Se riusciamo a fare questo, il calcio potrebbe ripartire".

CONGELARE GLI STIPENDI - "Dobbiamo parlarne anche con i calciatori, deve essere una cosa condivisa e non imposta".

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