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E' un fiume in piena, Samir Handanovic, intervistato in esclusiva dalla Gazzetta dello Sport: "Che cosa è cambiato con l’arrivo di Suning? Sentiamo di avere alle spalle gente forte, solida, che ha voglia di vincere, di fare la storia. Premesso, la nuova proprietà non è solo soldi. Ha sì voglia di investire molto, ma tutto è finalizzato a un successo duraturo. Soldi sì, ma con un obiettivo ben preciso."
L'INTER - "Abbiamo svoltato dopo anni difficili? Sì, dopo cinque anni sì, adesso ho davvero l’impressione che tutta l’Inter sia sulla strada giusta. Perchè sono ottimista? Il modo in cui Suning ha preso l’Inter, come si sono presentati, come hanno parlato e come agiscono: c’è concretezza in ogni cosa che fanno; molti fatti, poche chiacchiere. Se resterei a Milano anche senza Champions? Sì! E non è detto che non si vada subito in Champions League"
ZHANG JINDONG - "E’ un personaggio che colpisce parecchio, ha carisma. E ogni volta che ci ha parlato negli spogliatoi si è poi vinto"
PIOLI - "Il mister è arrivato subito molto carico. Si capiva che conosceva già bene ogni caratteristica dei giocatori che avrebbe allenato. Si è presentato pronto, forse se l’aspettava questa chiamata. E’ subito entrato in sintonia, ci ha fatto vedere dove secondo lui sbagliavamo e che cosa voleva da noi. D’incanto abbiamo iniziato a ragionare con una sola testa e lì è cambiato l’atteggiamento generale, soprattutto in settimana, anche nell’approccio all’allenamento: abbiamo lavorato meglio e di più. Ci ha trasferito una carica eccezionale, e più che il suo essere interista è stata secondo me decisiva la sua energia positiva, la consapevolezza di giocarsi pure lui una grande occasione. Il mister è convinto di avere in mano un’ottima squadra che finora ha fatto poco rispetto al reale valore. Se fosse arrivato prima? Brutta domanda (sorride, ndr), ma forse avremmo qualche punto in più in classifica."
SENSAZIONI - "La mia più grande delusione da quando è nerazzurro? Più che non aver ancora vinto niente, mi faceva male la sensazione a priori che non saremmo comunque riusciti a competere a certi livelli. Ci sono stati stravolgimenti davvero epocali dal punto di vista societario e poco ci ha aiutati l’aver cambiato molti giocatori e tecnici. Vedevo la gente delusa per un quarto o quinto posto, e li capivo, ma in realtà non si poteva fare meglio, perché gli altri erano più forti. La gioia più grande? Deve ancora arrivare. Se mi sono mai pentito della scelta interista? Mai!. Perché? Una chiamata dall’Inter è il sogno di tutti i giocatori. Da Udine guardavo questa meravigliosa squadra vincere scudetti e la Champions League, era impossibile prevedere certi stravolgimenti. Detto questo, l’Inter è sempre uno dei cinque-sei club più prestigiosi del mondo, e oggi la sensazione è quella di essere nuovamente all’inizio di qualcosa di importante"
(Gazzetta dello Sport)
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