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Hanno promosso il Var e ora lo limitano? Come mai? Si torna al passato e l’Inter intanto paga

Redazione1908

La prima giornata di campionato riapre le polemiche sulle limitazioni al Var

Il Var genera polemiche. Nonostante una prima stagione più che positiva, improvvisamente i vertici arbitrali hanno deciso di limitare il raggio d'azione della tecnologia in campo.

"Perché Valeri, il var di Sassuolo-Inter, non ha suggerito a Mariani di rivedere il contatto tra Magnanelli e Asamoah? E perché Massa, l’assistente video di Torino-Roma, non ha sussurrato a Di Bello di tornare sul contatto tra Iago Falque e Fazio? Nonostante i regolamenti – testi sacri, per carità –, alla fine è sempre questione di punti di vista. Qual è domanda che si pone il Var nei secondi concitati in cui deve decidere se suggerire o meno al collega la revisione video? «La sua decisione era chiaramente sbagliata?». Qual è la domanda che in quegli stessi secondi si fa un tifoso, allo stadio o a casa, mentre riguarda le immagini? «La sua decisione era chiaramente giusta?», si domanda la Gazzetta dello Sport.

Il Var può dire all'arbitro di rivedere un'azione se quest'ultima gli è sfuggita o in presenza di un chiaro errore? Ma chi lo stabilisce il chiaro errore? Il Var ovviamente. E' una zona grigia che ovviamente aumenta a dismisura la discrezionalità.

"In questa zona franca, ci si pone un interrogativo: come la mettiamo se il potere di stabilire se ha commesso un errore ce l’ha solo l’arbitro o il suo assistente al video, cioè un suo collega? Bisogna fidarsi, ovvio. Non è facile, se ritieni di essere in credito con gli arbitri da quando è stata introdotta la Var.

Se, come nel caso del Torino, ti è capitato più spesso di non essere aiutato dalla tecnologia di fronte a episodi dubbi, perché non è intervenuta, o dopo errori chiari, che il video ha smascherato. Coincidenze sfortunate, che il d.s. Petrachi ha sottolineato, specificando che l’oggetto delle sue rimostranze era il var Massa, non l’arbitro Di Bello.

Coincidenze che non devono mettere in dubbio l’imprescindibilità del contributo tecnologico né bastano a contestare le modalità del suo utilizzo. Ma aiutano a perdere lucidità e a reagire in modo scomposto.

Il diverso background, non gli episodi in sé, domenica ha fatto reagire Luciano Spalletti in un modo – sobrio e misurato – e Walter Mazzarri in un altro, rabbioso e scomposto, appunto. L’allenatore dell’Inter ha incassato le certezze di Mariani – l’intervento di Miranda su Di Francesco era da rigore, quello di Magnanelli su Asamoah no (anzi, era fallo del ghanese) –, il tecnico del Toro non ha digerito la sicurezza di Di Bello: il contatto tra Fazio e Iago Falque non meritava l’intervento del Var", spiega ancora la Gazzetta.