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Superati all'ultima curva. Beffati. Il giorno dopo Siviglia-Inter, in casa nerazzurra gli sguardi sono bassi e il morale è sotto i tacchi. Gli episodi hanno indirizzato una finale spettacolare e in bilico praticamente fino al termine. Ce l'hanno messa tutta i nerazzurri, ingabbiati da una pressione diventata insostenibile col passare dei minuti. Conte ha messo il carico su una squadra già tesa come la corda di un violino e questo ha ostacolato la fluidità della manovra. Al triplice fischio l'hanno spuntata gli spagnoli, più abituati a vivere certe notti e a sfruttare le situazioni. La vittoria è anche di Lopetegui, che l'aveva probabilmente preparata meglio e l'ha sicuramente gestita meglio. Perché le sostituzioni, soprattutto in una stagione lunga e tormentata come quella appena archiviata, sono ancor meno un dettaglio rispetto al solito.
SALUTI -Quella di ieri è stata con moltissima probabilità l'ultima partita di Antonio Conte sulla panchina dell'Inter. Avrebbe voluto salutare con un trofeo in bacheca, lascerà in eredità comunque una squadra caratterialmente più matura rispetto al passato e pronta al definitivo salto. Ci sarà qualcun altro a raccogliere i frutti di un anno di durissimo lavoro, per lui non sempre difeso al meglio nei momenti più difficili della stagione. Manca ancora il confronto con Zhang, ma dopo le parole di questa notte non sembra esserci più bisogno: se la società vuol dimostrare la compattezza tanto richiesta dal tecnico e vorrà difendere il progetto da determinati attacchi, non potrà fare altro che accompagnarlo alla porta. Un club come l'Inter può e deve ascoltare i preziosi consigli di un allenatore di livello, ma non può in alcun modo consegnarsi passivamente alla sua volontà. L'Inter viene prima di tutto e di tutti.
HARAKIRI - Conte sarà a questo punto la prima vittima di una rivoluzione da lui stesso invocata a più riprese. Tra gli errori che l'Inter proprio non si può permettere di ripetere ci sono le uscite a vuoto in alcuni post partita che hanno caratterizzato l'intera stagione e che di certo non hanno agevolato il percorso di crescita. Ma, pur sbagliando tempismo e modi (e non è un dettaglio a certi livelli), la sostanza del messaggio di Conte va tenuta in grossa considerazione per consolidarsi su livelli finora soltanto sfiorati. Il tempo stringe e la nuova stagione è già alle porte. Nel programmarla, tutti dovranno sentirsi in discussione e le riflessioni sul futuro dovranno coinvolgere tutte le componenti. Nulla potrà essere lasciato al caso, proprio per evitare polemiche e lotte intestine che durano ormai da troppo tempo.
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