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Dieter Hecking, tecnico del Wolfsburg, si racconta alla Gazzetta dello Sport e non risparmia frecciate all'Inter ma anche al Milan:
L’anno scorso divenne famoso in Italia perché esultò quando venne sorteggiato con l’Inter: come ha vissuto quella polemica?
“La reazione alla mia esultanza palesa il problema del calcio italiano. L’Inter avrà pensato che eravamo matti a credere di batterli: un glorioso passato contro una società piccola… Ero contento del sorteggio perché portare un club importante come l’Inter nel nostro stadio faceva piacere a tifosi e società. Ma ero anche consapevole che ai nerazzurri restava solo il blasone e che la squadra non era fortissima. Credo di essere realista nelle mie considerazioni: quando poi pescammo il Napoli dissi che non sarebbe stato così facile…”.
LA STOCCATA - “Bisogna essere consapevoli di ciò che si è. Il nostro centro sportivo è fra i migliori in Europa. Non per questo bisogna puntare più in alto di quel che si può raggiungere. Se si fissano obiettivi irrealizzabili se ne pagano le conseguenze sul campo: non si può essere vincenti, perché i traguardi sono irraggiungibili. Si guardi ai club italiani: Inter e Milan puntano in alto perché storicamente si sentono fra le top d’Europa, ma poi non convincono. Bisogna restare in contatto con la realtà, col presente. Se la Juventus parte così male in campionato e vince lo scudetto in scioltezza c’è per forza qualcosa che non va”.
PERISIC - “Lo avrei confermato volentieri. È un giocatore pazzesco. Credo che per i croati la Serie A sia un campionato particolare. Il blasone dell’Inter lo ha affascinato, gli brillavano gli occhi. Mi disse chiaramente che per lui era il massimo. Dal punto di vista tecnico non avevo motivo di lasciarlo andare, ma era giusto dirgli di godersi la nuova avventura. Ci sentiamo ancora molto spesso. Ci ha scritto dopo la gara d’andata col Real, si è detto dispiaciuto dopo quella di ritorno. Credo sappia che ci deve molto. Sta facendo bene, ma può fare di più”.
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