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Mauro Icardi segna più di tanti colleghi ma vede molti meno palloni di loro. E il tema è motivo di continuo dibattito da quando il bomber di Rosario è arrivato a Milano, nell’estate del 2013. Secondo quanto riferisce anche La Gazzetta dello Sport, raramente l'argentino ha avuto un vero attaccante al suo fianco, a volte il suo senso di isolamento fa quasi tenerezza. E non sempre ci sono partite come quella di Roma, quando dopo 70’ da non pervenuto ha scatenato l’inferno ridicolizzando due califfi come Manolas e Fazio. Nelle ultime tre uscite con Crotone, Bologna e Genoa le coppie centrali avversarie hanno fatto un figurone e lui ha tirato nello specchio della porta soltanto il rigore del Dall’Ara. Con l’ultimo gol su azione che risale al 27 agosto, proprio a Roma.
I dati Opta dicono che gli altri animali d’area della A hanno toccato più palloni vicino alla porta dei 31 di Mauro (Dzeko 51, Immobile 41, Insigne 37, Belotti 33) ma soprattutto ne hanno ricevuti in assoluto un’enormità più dei suoi 76: si va dai 446 di Insigne ai 139 di Belotti. Poi appunto il serpente nerazzurro ha una percentuale realizzativa imbarazzante: il 46% (quasi un gol ogni due tiri) contro il 17% degli altri attaccanti del campionato.
La chiave allora è che lui aiuti i compagni - spesso se viene incontro e non riceve palla non fa il contro movimento per dare la profondità - ma pure che la squadra lo assista meglio. Nel 4-3-3 di Pioli per esempio gli esterni si accentravano, scambiandosi posizione e standogli più vicino. Con Spalletti, che non a caso invoca una più assidua occupazione della trequarti, Candreva e Perisic stanno ancora troppo larghi e manca l’uomo tra le linee che inserendosi tolga un uomo a Mauro. Il quale appunto rimane da solo a fare a sportellate con i difensori centrali. Un altro dato che fa riflettere: in 534’ Icardi ha subìto appena due falli (Karamoh ha fatto meglio nello spezzone contro il Genoa), di cui nessuno negli ultimi 270’. Mentre i tocchi per zona che vedete qui sotto parlano da soli, l’ultimo elemento utile nel dibattito è la radiografia dei passaggi che Mauro dà ma soprattutto riceve dai singoli compagni. Quei pochi palloni che vede gli arrivano soprattutto da Vecino (14) e Perisic (11), mentre lui al croato l’ha fatta arrivare pulita appena tre volte (media di mezzo pallone a gara). Numeri sicuramente migliorabili. Anche perché dopo Benevento arriveranno quegli scontri diretti in cui, contro squadre che concedono più spazi, Mauro si esalta. E morde.
(Fonte: Luca Taidelli, La Gazzetta dello Sport 1/10/17)
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