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Icardi, che giornata: fischi, insulti e doppietta. L’argentino si è preso l’Inter

Mazzarri gli aveva chiesto una prova di maturità. Icardi ha tribolato, ma alla fine ha risposto all’invito del mister sul campo con una doppietta alla sua ex squadra, meritandosi promozione e applausi. Quelli che una volta erano i suoi...

Eva A. Provenzano

Mazzarri gli aveva chiesto una prova di maturità. Icardi ha tribolato, ma alla fine ha risposto all'invito del mister sul campo con una doppietta alla sua ex squadra, meritandosi promozione e applausi. Quelli che una volta erano i suoi tifosi lo hanno praticamente bersagliato appena è uscito dagli spogliatoi. Al momento dei saluti iniziali Maxi Lopez (inutile ricordare che l'attuale compagna del nerazzurro è l'ex moglie del blucerchiato, vero?) si è rifiutato di stringergli la mano, l'interista ormai aveva teso la sua e così gli ha rifilato un colpetto sulla spalla, con un pizzico di ingenuità, poi se ne è andato al centro del campo sussurando qualcosina a Palacio. Sorriso e calcio d'inizio.

VENDETTA - Ad ogni pallone era subissato da cori non proprio gentili e bordate di fischi, poi ha trovato il varco giusto e ha segnato il gol dell'uno a zero. Non è riuscito a trattenersi, si è vendicato mostrando le orecchie, lo fa spesso come esultanza, stavolta non era la stessa, sembrava proprio voler dire: "Dai, fischiate ora". Si è beccato il giallo (giusto), la ramanzina del suo allenatore e pure gli insulti di qualcuno che dalla panchina della Sampdoria ha avuto qualche pensierino per la sua mamma. Evitabile magari. Partita incattivita con Maxi Lopez che sbaglia il rigore, Eder che si fa cacciare e la formazione di Mihajlovic che resta in dieci. 

PROMOSSO - Durante l'intervallo il tecnico nerazzurro lo avrà sicuramente redarguito, è uscito fuori un altro Mauro dagli spogliatoi, più calmo, ha aspettato la seconda occasione, l'ha cercata e la sua è stata una doppietta meritata (e festeggiata stavolta sotto il settore dei tifosi interisti). Ancora fischi gli sono piovuti addosso quando è stato sostituito: ha rallentato il passo, è andato verso la panchina, si è guardato attorno, ha ascoltato, si è goduto il rumore dei nemici, ha dato il cinque ad Alvarez e si è seduto, nessun altro gesto sconsiderato. Solo un ragazzo di ventun anni che ha appena segnato due reti nello stadio che era stato casa sua e gli si è rivoltato contro per difendere il suo rivale in amore: Maurito  ha confermato - se qualche dubbio ci fosse ancora - che è pronto per l'Inter, se l'è conquistata e vuole continuare a tenersela stretta. A suon di gol. Altro che tweet.