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Icardi: “Inter punto di partenza non di arrivo. Ho parlato con Mazzarri, gli ho spiegato…”

Mauro Icardi parla in esclusiva alla Gazzetta dello Sport. L’attaccante argentino parla di Barcellona, derby e anche di Mario Balotelli. Vi proponiamo le sue dichiarazioni:  È nato nel calcio spagnolo, può dirlo: vedendo un finale di...

Alessandro De Felice

Mauro Icardi parla in esclusiva alla Gazzetta dello Sport. L'attaccante argentino parla di Barcellona, derby e anche di Mario Balotelli. Vi proponiamo le sue dichiarazioni: 

È nato nel calcio spagnolo, può dirlo: vedendo un finale di Champions tra Real e Atletico, un derby Milan-Inter così fa un po' malinconia?

"Io tifo Barcellona e vedere una finale tutta madrilena non mi riempie di gioia. Questa finale è solo la sintesi di tutto quello che il calcio spagnolo ha dimostrato in questi anni. Il livello è diverso, ma un derby resta un derby: è speciale. Lo dico senza aver giocato la partita di andata (era infortunato) e senza aver partecipato alla Champions. Questo derby è la nostra finale di Champions e così andrà affrontato. Loro saranno arrabbiati e se non lo sei prima di una partita simile è meglio che non la giochi neanche. Prima stavano peggio, adesso sono in ripresa e non lontanissimi da noi, per questo motivo vanno temuti.

È vero che vi sentite fuori casa al S.Siro?

"Si dice così solo perché abbiamo perso tanti punti in casa. Sinceramente non avevo fatto caso all'andamento casalingo della squadra, ma guardando i numeri è vero: andiamo meglio in trasferta. Ovviamente è sempre meglio giocare di fronte alla propria gente, ma questo derby è in trasferta e non ne facciamo un dramma.

Milan più pericoloso con Balotelli e Pazzini insieme?

"Credo di si, due attaccanti forti sono meglio di uno e per la nostra difesa ci sarà maggior lavoro da compiere. Dovremo difendere tutti e tutti insieme. Quando Mario gioca da solo là davanti si allontana troppo dalla porta, costretto ad uscire e andarsi a prendere il pallone verso la linea mediana. Questo non è il lavoro dell'attaccante e se lo fa è perché è obbligato a farlo, non semplicemente perché così aiuta la squadra. Io è lui siamo diversi, a me piace di più aggredire l'area e non sarei in gradi di svolgere il lavoro che fa lui.Per quanto riguarda la sua vita privata, non posso dire nulla perché non lo conosco. Non ci siamo mai incrociati neanche per sbaglio, ha l'etichetta del bad boy, ma persone che lo conoscono e che conoscono anche me, dicono che non sia vero e che, invece, sia veramente un bravo ragazzo. Cosa mi piace di lui? Che se ne frega di tutto quello che dicono sul suo conto. Ecco, in questo non siamo simili: siamo uguali. Cosa non mi piace? Che a volte esagera nei suoi atteggiamenti. Non mi riferisco alle proteste con gli arbitri, ma ricordo ad esempio una sua lite con Mancini, quando per poco non arrivarono alle mani".

Non ha esagerato anche lei con quella esultanza a Genova?

"No, l'ho fatto anche in altre occasioni, magari l'ho fatto più volentieri delle altre volte. Se mi fischiano o mi insultano, mi fanno solo un favore. È da quando sono ragazzino che queste cose mi gasano, in tali circostanze ho sempre fatto un passo in più. Per il derby non ho preparato nessuna esultanza particolare. 

Sbagliamo o ultimamente usa meno twitter?

"È solo perché sono troppo impegnato nell'organizzazione del matrimonio. Ci sposeremo a Buenos Aires, in un castello e ci sarà più se security che invitati. Tutto il tempo che ho a disposizione lo dedico a Wanda e rigorosamente senza telefono. Voglio bene a lei e anche a loro, adesso ci sposiamo e diventeremo una famiglia. In argentina è normale sposarsi e avere figli a 20 anni, io i sento più maturo dell'età che ho".

Che consigli le ha dato Mazzarri?

"Con lui ho sempre parlato molto e mi ha sempre detto di lavorare tanto. Anche prima lo facevo, ma lui mi chiede di più di quanto non abbiamo fatto gli altri in precedenza. Martedì siamo tornati sulla vincenda relativa alla sostituzione di Inter-Napoli e ci siamo capiti. La mia non era una polemica, lui mi chiedeva di pressare, ma eravamo tutti dietro, troppo schiacciati e più di così non potevo fare. Per quello allargavo le braccia, il mio gesto è stato equivocato. Quando un allenatore fa una sostituzione cerco sempre di capirlo".

Si può dire che non è mai stato al 100%?

"Neanche adesso ho 90 minuti al 100%. La pubalgia non è ancora un ricordo. Spero di esserlo la prossima estate, quando riprenderò a lavorare. Al momento do tutto quello che ho".

L'Inter ha dato tutto?

"Poteva dare di più, ma oggi siamo in Europa e questo conta. L'anno prossimo sarà più facile mettere in campo tutte le cose che ci chiede Mazzarri. A volte ci abbiamo provato senza riuscirci, ma è normale nel corso di una stagione in cui bisogna anche conoscersi".

Il mio gol più bello?

"Quello alla Juventus è stato il più emozionante, ma un gol vittoria nel derby potrebbe scavalcarlo".

Si sente intoccabile o uomo mercato?

"Né l'uno né l'altro. Posso dire che l'Inter è la squadra giusta in cui crescere, non un punto di arrivo ma un punto di partenza, ci mancherebbe: per provare a confermare a Milano quello che avevo fatto a Genova".