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Intervenuto ai microfoni di Rivista Unidici, il capitano dell'Inter Mauro Icardi ha rilasciato una lunga intervista in cui ha affrontato diversi argomenti, tra cui la presunta fortuna dei nerazzurri in questo inizio stagione: «No, non si tratta di fortuna. Abbiamo lavorato molto bene in questo ritiro, abbiamo cambiato tutto. Lui, il mister, è molto attento. Soprattutto abbiamo in testa l’obiettivo che ci chiedono tutti: la società, il presidente, fino all’ultima persona che lavora qui. Lo sappiamo tutti: dobbiamo tornare in Champions League. Non ho l’idea dello scudetto, ho solo l’idea del lavoro e del fare bene».
CAPITANO - «Essere il capitano dell’Inter per me non è difficile, ho la personalità per farlo tranquillamente. Essere il capitano dell'Inter è la mia missione. E io sono orgoglioso di tutto questo».
ARRIVO ALL'INTER - «Quello che mi ha voluto di più è stato Massimo Moratti. Mi ha preso dalla Samp quando avevo 19 anni. È stato lui quello che ha più insistito. Poi c’era anche Piero (Ausilio, ndr), ha parlato di tutto con mio padre, il mio procuratore al momento. Sono stati loro due a fare questa cosa».
LA SCORSA STAGIONE - «L’anno scorso, a marzo, dopo la pausa con le Nazionali, siamo tornati tutti un po’ “persi”. In quel periodo ero arrabbiato, tornavo a casa di cattivo umore».
FUTURO - «Io mi vedo qua. Spero di fare una lunga strada all’Inter, voglio vincere qualcosa con questa maglia. A 40 anni non sarò nel mondo del calcio, non sono come Totti. Non farò l’allenatore o il dirigente, sono ruoli che non mi piacciono. Credo proprio che farò il papà a tempo pieno, a casa, con la mia famiglia».
BARCELLONA - «Abbiamo un po’ litigato, però ho deciso di venire qua in Italia perché ero convinto di poter fare meglio che in Spagna. Al Barcellona in quel momento lì non era facile. Qua mi hanno dato subito la possibilità di giocare ad alti livelli ed era il mio obiettivo».
WANDA NARA - «Quella che fa tutto è lei, non sono io. Lei porta i bimbi a scuola, ai compleanni, fa tutto a casa, va di qua e di là. Cerca sempre il meglio per me e per la nostra famiglia».
NAZIONALE - «C’era la possibilità, mi hanno chiamato per l’Under e ho litigato con quelli della Samp perché io non volevo andare, io volevo l’Argentina. Anche gli spagnoli ci hanno provato, hanno chiamato mio padre, ma io ho sempre scelto l’Argentina. E ce l’ho fatta: è stata dura ma ho raggiunto il mio obiettivo».
(Italpress)
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