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Il discorso di Julio: “Stiamo facendo schifo…”. E l’Inter reagisce…

Eva A. Provenzano

Sul 2 a 2 è esploso di gioia e di rabbia. Cambiasso è saltato su dalla panchina a gridargli qualcosa, Zanetti lo ha rincorso e abbracciato per ringraziarlo. Il rewind porta alla fine del primo tempo di Inter-Catania. Il tabellone di San Siro...

Sul 2 a 2 è esploso di gioia e di rabbia. Cambiasso è saltato su dalla panchina a gridargli qualcosa, Zanetti lo ha rincorso e abbracciato per ringraziarlo. Il rewind porta alla fine del primo tempo di Inter-Catania. Il tabellone di San Siro sbatte in faccia ai nerazzurri uno zero a due che sa di attacchi di panico. C'è chi lascia lo stadio in anticipo e si indigna, c'è chi rientra negli spogliatoi in silenzio, perché non c'è niente da dire.

Fino a quando lui prende la parola. Julio Cesar chiede al mister di poter parlare, ottiene il permesso e - parola più parola meno - (secondo quanto riportato a Sky da Matteo Barzaghi) dice: "Stiamo facendo schifo e non stiamo giocando da Inter. Così non andiamo da nessuna parte. Entriamo in campo e facciamo vedere chi siamo". I suoi compagni ad uno ad uno si caricano e entrano in campo a molla. Ranieri lo sottolinea a fine partita: "Non hanno aspettato neanche il fischio di richiamo dell'arbitro". Sul terreno di gioco, insieme al verde del prato, si vede un piglio diverso: seguono azioni, gol fatti e gol sfiorati. Per poco non la si ribalta. E' solo un pareggio, ma da applausi. I problemi restano, ma le emozioni pure.

E resta anche la grinta di Julio che nell'allenamento del giorno dopo si presenta in campo, anche se doveva lavorare solo in palestra come di consueto, e si mette al centro dalla difesa in partitella, fuori ruolo per dare l'esempio.

I nerazzurri sono chiamati a rialzarsi e più che i fischi, serve la grinta. Di quelli che sanno che forse è finito un ciclo, forse sono finite le gambe, l'Inter no, non finisce mai. Ed è l'unico discorso che conta.