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Il giorno della presentazione, a Pinzolo, proprio Fcinter1908.it gli chiese se Mazzarri avesse in qualche modo influito sulla sua scelta di approdare all'Inter. Lui, Dodò, rispose sinceramente: "E' stato decisivo". Sembrava una frase di circostanza, la tipica carezza data al nuovo tecnico dal neoacquisto.
Invece era pura e semplice verità. Walter Mazzarri sta dimostrando con i fatti di credere tantissimo nell'esterno che più di una difficoltà, fisica soprattutto, ha incontrato alla Roma. E così il giocatore che aveva fatto storcere il naso a molti (che avevano giudicato eccessivi i 9 milioni garantiti alla Roma seppur dilazionati fino al 2019) è diventato ben presto il migliore di questo precampionato.
Oggi, contro la sua "ex fidanzata" (come lo stesso Dodò ha definito la Roma), la ciliegina. Il terzino brasiliano è sembrato molto a suo agio anche con la difesa a tre, assoluta novità per lui, e ha sfornato cross a ripetizione e di grande qualità. Da anni una rarità a San Siro. Mazzarri lo carica, lo elogia ("se continua così può avere un grande futuro") e soprattutto lo responsabilizza: a Dodò sono stati affidati tutti i calci piazzati, che siano punizioni (da un suo cross è nato il gol di Vidic) o calci d'angolo.
L'ex Corinthians si è preso la fascia sinistra con una ferocia che piace a tecnico e addetti ai lavori. I vari Jonathan, D'Ambrosio e Nagatomo non posso certo dormire sonni tranquilli: il brasiliano classe 1992 fa maledettamente sul serio.
Se la stagione cominciasse domani, non sarebbe certo azzardato dire che lui sarebbe l'unico titolare certo dei quattro esterni a disposizione di Mazzarri. Corsa, piede educato più da centrocampista che da difensore e grande duttilità. Dodò sta mettendo in campo tutto il suo arsenale per scalare le gerarchie dell'allenatore e sembra aver compiuto la sua missione prima del previsto.
Ad oggi, è proprio lui uno degli inamovibili di Mazzarri. Gli altri devono già inseguire. E la corsa, per loro, è tutta in salita.
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