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Perché scrivere un libro sulle verità negate del nostro calcio moderno, strettamente collegate all'Inter? A questa domanda l'autore di "In Inter veritas" (il libro è acquistabile su Ibs oppure su youcanprint.it), Luca Carmignani, mi ha risposto così: "Calciopoli ha sicuramente due vittime: Giacinto Facchetti e poi una vittima dimenticata perché non "conteggiata": Gigi Simoni. Per loro ho scritto questo libro, affinché le generazioni future, se vogliono, possano sapere come si sono realmente svolti i fatti."
Ancora una volta, in questo strano paese, qualcuno ha sentito la fortissima esigenza di chiarire le reali pieghe della storia moderna del nostro calcio, che in molti hanno cercato di offuscare e trasformare in verità diverse. Questo è un libro pragmatico, ma che parte dal cuore. Il cuore di un tifoso interista che non poteva più tollerare le offese nei confronti di Giacinto, della storia dell'Inter, dei suoi tifosi. Uno strumento per rispondere alle falsità e alle imprecisioni. Un modo per fissare nero su bianco ciò che è successo. Perché tutto ciò sia successo è un altro paio di maniche. Forse per una forte propensione al revisionismo che questo paese, dalla memoria troppo corta, ha battezzato come suo cavallo di battaglia. Certe cose, invece, non si dovrebbero dimenticare mai. Calciopoli è sicuramente una di queste.
Nel libro si parla quindi dello scandalo di Calciopoli, di Giacinto Facchetti, del rigore di Ronaldo. Tutti gli argomenti sono stati affrontati attraverso letture documentate. Attraverso i fatti e le sentenze. Lo stesso pm Narducci si era sentito in dovere di scrivere un libro per ribadire i fatti ("Calciopoli, la vera storia"), in merito al quale noi di Fcinter1908.it lo avevamo intervistato (leggi qui l'intervista). E se in copertina c'è un'istantanea preziosa e di altri tempi che raffigura Giacinto Facchetti con la maglia di una vita, all'interno del libro ci sono le parole importanti di un'altra "vittima". Le parole di Gigi Simoni, che Luca Carmignani ha raccolto in un'intervista andandolo a trovare proprio a casa sua, un vecchio casolare nella campagna pisana. L'autore ha concesso a Fcinter1908.it un'anticipazione di quanto troverete nel libro. Ecco un estratto delle parole di Simoni, che a distanza di anni non dimentica. E che rivela un particolare incredibile:
Sul campo avrebbe dovuto vincere l’Inter, non c’è solo l’episodio dello strarigore su Ronaldo, ci sono molti altri episodi a favore della Juve e contro l’Inter in quel campionato. Del resto anche Carraro, seppure tardivamente, ha ammesso che quel campionato fu falsato a favore dei bianconeri. Lei cosa ne dice?
“Eravamo ad un punto, prima di quella partita, senza dubbio eravamo in lotta per lo scudetto. Fu un episodio, il rigore su Ronaldo, che influenzò molto l’andamento del campionato, oltretutto era uno scontro diretto. Ho sentito naturalmente le dichiarazioni di Carraro…
Le faccio una domanda io: quanti rigori sono stati dati in tutta la serie A prima e dopo di quel rigore? (ci rifletto un secondo perché non mi aspettavo la domanda… poi rispondo: tantissimi mister) ecco, prosegue Simoni, l’unico rigore di cui continuiamo a parlare è quello lì, il rigore su Ronaldo.
È portato come simbolo delle ingiustizie che una squadra può subire. Peraltro il rigore e quella partita sono la punta dell’iceberg di tutto ciò che avvenne in quella stagione.
Riguardo al rigore, le posso dire che tre o quattro anni fa, durante una partita Cosenza-Gubbio, mi venne a trovare un signore che si presentò come il padre di Mark Iuliano. Mi salutò molto educatamente e mi confidò che la sera di quella famosa partita suo figlio gli telefonò e disse che aveva fatto un fallo da rigore clamoroso su Ronaldo.”.
Ha mai pensato che vincendo lo scudetto Lei e l’Inter avreste potuto raggiungere traguardi inimmaginabili? Il presidente Moratti aveva una grande disponibilità economica, la vittoria dello scudetto avrebbe potuto spingerlo a fare acquisti diversi, anziché rivoluzionare tutto nel giro di un anno, mi riferisco alla stagione 1998-99 del suo esonero, dei tanti allenatori e l’arrivo di Lippi che mandò via molti giocatori.
“Si, sarei sicuramente rimasto più a lungo, come ho detto, ed in effetti quella squadra aveva buonissime basi. È stata sicuramente la miglior squadra che abbia mai allenato. Tutt’oggi quando incontro il presidente Moratti, mi dice che è ancora dispiaciuto per il mio esonero e che quell’Inter lo divertiva tantissimo ed è rimasta nei cuori dei tifosi.”.
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