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Con la sconfitta subita ieri contro la Fiorentina, l'Inter ha di nuovo messo in bilico la qualificazione alla prossima Champions League. Non arrivare tra le prime 4 in Serie A sarebbe drammatico a livello economico per il club nerazzurro che deve assolutamente centrare l'obiettivo per evitare ulteriori ridimensionamenti.
"L'Inter ha chiuso l'ultimo bilancio con 140 milioni di rosso, una performance molto migliore rispetto alla stagione precedente, pesantemente influenzata dal Covid. Il management del club conta di ridurre ulteriormente il passivo nell'esercizio in corso. Il fatturato è salito nel 2021/22 alla soglia record di 439,6 milioni, record per la società. Ma i costi sono a quota 527,9. Da tempo l'Inter è avviata verso un percorso di sostenibilità, ma l'equilibrio è precario. Sul club grava infatti un bond da 415 milioni, emesso nel gennaio 2022, con scadenza 2027. Fuori dal bilancio, perché in capo alla società lussemburghese tramite cui Suning gestisce il club, c'è poi il prestito da 275 milioni di Oaktree, a scadenza nel maggio 2024. Un quadro in cui i soldi della Champions League sono vitali", analizza Repubblica.
"La sola qualificazione ai gironi di Champions League, per l'Inter vale quasi cinquanta milioni: 40 di market pool, premi e bonus dagli sponsor, più la biglietteria nelle tre gare casalinghe da sold out. L'accesso all'Europa League, per capirsi, di milioni ne garantisce una decina. Nell'edizione in corso della Champions, l'Inter con l'accesso ai quarti si è garantita ricavi complessivi, tenendo conto anche del girone, per circa 70 milioni più 20 di biglietteria. Battendo il Benfica e giocando una semifinale contro Milan o Napoli, l'incasso totale per la competizione supererebbe i 110 milioni. Superando la Juventus in semifinale di Coppa Italia, e accedendo alla finale del torneo, l'Inter metterebbe le mani su altri 5 milioni. Soldi difficili da prendere, perché tocca vincere partite, ma certi. Una buona base - insieme alle entrate dei diritti tv, agli sponsor e ai biglietti - per progettare la squadra del futuro".
"L'incertezza sulla posizione finale in campionato, costringe il management nerazzurro ad affrontare con prudenza le partite aperte sui rinnovi. Al prossimo 30 giugno, scadranno i contratti di otto giocatori e termineranno quattro prestiti. Se Matteo Darmian ha rinnovato fino alla fine della stagione 2023/24, ed è invece pressoché certo l'addio di Milan Skriniar promesso al Psg, altre questioni sono ancora da decidere: De Vrij, D'Ambrosio, Acerbi, Gagliardini (dovrebbe salutare), Bellanova (il prestito è in scadenza), Asllani (per cui a fine stagione scatterà il riscatto automatico). In attacco è in scadenza il contratto di Dzeko e Lukaku, in prestito, "tornerà di proprietà del Chelsea, poi dovremo valutare tutti insieme le prospettive", come ha detto Marotta".
"È ovvio che una squadra non qualificata alla Champions League sia anche meno attrattiva, tanto per i calciatori che ha già a contratto, che potrebbero volere andare via, quanto per quelli che si vorrebbero acquistare. Un grande svantaggio, anche dal punto di vista economico, tanto nelle trattative per le cessioni quanto per quelle per i nuovi acquisti. Fra qualificazione Champions, accesso alla semifinale del torneo e accesso alla finale di Coppa Italia, da qui a fine stagione il club si gioca almeno 65 milioni", chiude Repubblica.
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