Inter, i fischietti servivano a poco: il perché è presto detto. Inzaghi, un consiglio

Tutta la settimana a scrivere del sogno di Romelu Lukaku: quello di decidere la supersfida tra Inter e Roma, ma con la maglia giallorossa, in risposta all'accoglienza infernale che avrebbe ricevuto. Beh, metà degli avvenimenti sono accaduti: l'inferno il belga l'ha vissuto davvero, con fischi assordanti neanche ad ogni tocco di palla, bastava che questa si avvicinasse alla sua zona di competenza. Per quanto riguarda la prestazione di Big Rom, invece, meglio passare oltre: i fischietti non sono serviti praticamente a nulla perché l'ex tanto atteso non l'ha presa mai e lo testimonia la pochezza di palloni toccati, peraltro giocati totalmente all'indietro e spalle alla porta.

Ed è pienamente giusto che questa sfida l'abbia decisa proprio lui, Marcus Thuram, il nuovo numero 9 dell'Inter. Una delle diverse ragioni per cui Lukaku forse ha deciso di giocare altrove: Big Rom voleva la centralità, mentre Marcus è il perfetto partner di Lautaro e il profilo adatto per dare all'Inter quel tocco di imprevedibilità con la sua classe, con le sue giocate e anche con i suoi gol. Doveva prendere l'eredità di Lukaku e sta andando ben oltre le più rosee aspettative: continui così perché di soddisfazioni se ne possono togliere parecchie.

Per concludere, un solo piccolissimo appunto a Mister Simone Inzaghi. Ovviamente chi vince ha sempre ragione e Asllani e Darmian sono entrati come ama dire "nel migliore dei modi": ma forse potrebbe avere un pochettino più di coraggio con i giocatori ammoniti, soprattutto se hanno uno status che li accompagna. Perché il cambio di Benjamin Pavard soprattutto può essere discutibile, anche per il fatto che il francese si è proposto molto bene anche in avanti oltre ad aver fatto bene dietro ed in fase di impostazione. E anche togliere Calhanoglu in una situazione di 0-0 poteva costare, considerando che anche un tiro da fuori o un piazzato poteva deciderla. Chiedere a chi ha vinto Champions League e Mondiale di giocare con grande attenzione crediamo sia fattibile. Ma è solo una postilla in un grande lavoro che l'allenatore sta facendo al suo terzo anno all'Inter.

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