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Inter, basta camminare: ora corri e chiudi il discorso. Ti aspettano Champions e 50 mln

C'è ancora da sudare per arrivare fra le prime quattro

Marco Macca

Il futuro chiama, e ce lo si gioca in quattro partite. Quattro partite che hanno un'importanza impressionante. Per 50 milioni (di euro) di buoni motivi. Ma non solo: per l'orgoglio, per tenere fede ai proclami di crescita, per dare un senso a tutti i progetti fatti e sbandierati in questi mesi. Il tempo dei piccoli passi è finito, anche perché il tempo non c'è più. La qualificazione in Champions League dell'Inter va oltre il valore economico e siamo sicuri che, dalle parti di Appiano Gentile, dal presidente Zhang in giù, ne siano tutti consapevoli.

Il problema è che, in queste situazioni, passare dalla quasi totale sicurezza di avercela fatta a sprofondare nel baratro è un attimo. Qualche settimana fa, la Champions sembrava ormai obiettivo acquisito, tanto che si guardava alle ultime partite quasi come un banale contorno rispetto a un'estate di mercato di colpi e sorprese. E invece no.

Perché, come abbiamo visto tutti, questa squadra è riuscita nell'impresa di non sfruttare i numerosi match point capitati lungo il suo cammino: Lazio, Atalanta, Roma e Juventus. Quattro partite a San Siro da vincere a ogni costo, per tirare una mazzata alle ambizioni di rincorsa delle altre e mettere ogni cosa apposto. E invece, l'Inter è ancora lì, aggrappata a quella manciata di punti che ancora la tengono a galla, che la fanno respirare, che le permettono di tenersi dietro le rivali e di guardare alle ultime quattro con un briciolo di fiducia in più.

Ma, mentre i nerazzurri vanno a corrente fin troppo alterna, le altre, Milan a parte, hanno ricominciato a correre. Con decisione, determinazione e voglia di provarci fino all'ultimo. La Roma ha inanellato cinque risultati utili consecutivi e con Ranieri in panchina sembra aver trovato la quadra per assaltare con forza un posto fra le prime quattro, forza derivata anche dalla qualità di una rosa assolutamente competitiva; il Torino, dopo la vittoria contro il Milan, è definitivamente entrato, proprio nel finale, nella lotta: sottovalutare Mazzarri e il cuore Toro potrebbe essere un vero delitto; e poi c'è l'Atalanta che, con il successo contro l'Udinese, si è ritrovata di colpo quarta in classifica, a -3 dai nerazzurri, padrona del proprio destino. Guai a prendere sotto gamba una squadra che vive di sogni come in questo momento fa quella di Gasperini. Un trittico di pretendenti (senza contare che la Lazio, seppur indietro, non è ancora spacciata) pronto a fare un sol boccone di chi non ci crede fino all'ultimo.

Mentre le altre corrono, l'Inter avanza a piccoli passi. Ma è un andamento da cambiare. Subito. A cominciare dalla sfida di Udine, storicamente tostissima per i nerazzurri. Ebbene, quella contro la squadra di Tudor, a caccia di punti salvezza soprattutto dopo la sconfitta di Bergamo, è un esame davvero cruciale da non fallire, a differenza di quelli precedenti. Perché, se malauguratamente l'Inter dovesse incappare in un giorno storto, l'incubo potrebbe divenire sempre più concreto. E, con una trasferta a Napoli ancora da affrontare, meglio non fare scherzi.

Chiunque sarà l'allenatore dell'anno prossimo e qualunque sarà il mercato estivo dei nerazzurri, non ha importanza ora. Il futuro è adesso. Perché quattro partite possono decidere un progetto intero. E allora, Inter: comincia a correre. Perché non c'è più tempo per passeggiare.

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