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Gds – Inter, con Conte caccia ai fenomeni del 2010. Da Mou a Milito-Eto’o: tutti i confronti

Marco Astori

La Rosea parte dal confronto delle panchine, tra due top assoluti del mestiere: "Maschi alfa tutti e due, “comandoni”: José Mourinho e Antonio Conte sono troppo simili per non essere rivali. In un Chelsea-United arrivarono quasi alle mani. Nei rapporti con i media usano lo stesso metro, criticare chi critica: il rovesciamento delle parti. E quanto al gioco, sono divisi dai sistemi, ma fanno uso di principi affini. L’aggressività calcolata, per esempio: attaccare senza perdere l’equilibrio. Si differenziano nei sistemi. Mourinho predilige la difesa a quattro, Conte è da sempre un cultore della “tre”. Nell’anno del Triplete, Mou diede prova di duttilità: il passaggio in corsa dal 4-3-1-2 al 4-2-3-1, chiave di volta per la vittoria in Champions.

Nella prima stagione all’Inter, Conte ha fatto qualche timido tentativo di 4-4-2 per favorire l’inserimento di Eriksen. A dividerli è il palmarès internazionale: Mourinho ha vinto due Champions e due Europa League; Conte è un vincitore autarchico, nella sua bacheca non c’è alcuna euro-coppa. È vero però che da giocatore lo Special One è stato un signor nessuno, mentre Antonio ha vinto tutto nella Juve. Nel complesso, come tecnici restano sovrapponibili e perfetti per l’Inter, club che per storia e impronta genetica predilige l’allenatore pratico e di carattere rispetto a quello tutto tattica ed estetica. Qui decretiamo un salomonico pareggio: malgrado il divario di trofei - al momento 25 a 8 per il portoghese, ma l’italiano è sei anni più giovane - Mou e Conte per noi pari sono".

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