Da Thiago Motta a Marcelo Brozovic. Il ruolo di regista ha sempre avuto un ruolo chiave all'Inter: "Da giocatore Thiago Motta sembrava impersonare il famoso detto sul calcio inteso come sport in cui bisogna far correre e sudare la palla, il luogo comune rifugio di tutti i giocatori bravi, ma lenti. Visto dall’alto, Thiago, brasiliano per nascita e italiano per passaporto, dava l’impressione di essere una tartaruga applicata al pallone, però era un falso visivo. Motta era avanti sul gioco, lo precedeva, non aveva bisogno di affannarsi, anche se nella battaglia mai tirava indietro il “gambone”, la sua “fedina disciplinare” non è mai stata quella di un’educanda.
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Motta è stato un regista professore, Brozovic è un regista movimentista. Il croato vive di dinamismo, Motta si basava sul “posizionismo”. Se non ci fosse stato di mezzo Cambiasso, indiscutibile per intelligenza e interdizioni, Brozovic sarebbe stato un possibile assistente di Motta, che ne avrebbe liberato gli estri croati. Brozovic nasce trequartista e mezzala, ha giocato sugli esterni, è diventato regista per necessità. Viene dalla ex Jugoslavia, gli jugoslavi erano chiamati i brasiliani d’Europa, la sua intesa con Motta sarebbe stata naturale. Ad ogni modo, Thiago, Cambiasso, Stankovic: l’Inter del Triplete aveva dei centrocampisti pazzeschi".
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