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“In Brianza Carboni ha iniziato a dare forma a un talento che sgorga istintivo e che per questo è ancora un po’ disordinato. Un ambiente sano e un allenatore che ama i giocatori di grana fina come Palladino hanno aiutato, ma Valentin ci ha messo pure del carattere latino: ha accettato le difficoltà iniziali, ha visto suo fratello Franco confinato in panchina e poi andare alla Ternana, e poi si è preso lo spazio un po’ alla volta”.
Una crescita certificata dalla convocazione del ct Scaloni e l’esordio contro la Costa Rica.
Carboni rientrerà alla base a fine stagione e l’intera le idee chiare e grandi progetti su di lui:
“Il club sa di aver un piccolo tesoro tra le mani, utile in caso di necessità sul mercato, ma mai vorrebbe perderne il controllo. Ed è questo ciò che conta: indipendentemente da quale sarà la sua prossima maglia, il nerazzurro resterà sullo sfondo”.
L’Inter ha rifiutato a gennaio un assegno da 20 milioni della Fiorentina per Carboni, che valuta circa 40 milioni.
Il piano del club nerazzurro è chiaro:
“Carboni jr inizierà dunque il ritiro 2024-25 con Inzaghi e poi si valuterà il da farsi: un altro prestito, non al Monza ma a un club di fascia più alta, potrebbe servire a crescere ancora. Un’eventuale cessione dovrebbe comunque contenere in sé la possibilità di riacquisto, un po’ sul modello Fabbian. Questo principio varrebbe anche nel caso in cui Valentin venisse inserito come merce di scambio per importanti operazioni in entrata: Gudmundsson è un obiettivo che si tende ancora a nascondere, ma un prestito del talento argentino potrebbe ammorbidire le richieste del Genoa”.
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