LEGGI ANCHE
DIFESA
—Mancini ed El Shaarawy hanno fatto alzare l’asticella: fino a domenica i gol presi in A erano 10, un quinto di quel totale si è aggiunto all’Olimpico. Ma non basta certo a incrinare la certezza di granito costruita dietro: non c’è difesa migliore di quella di Simone in nessun campionato top e questo spaventa l’Atletico di Simeone. Anche sul tema arretrato, il passato viene in soccorso: nella scorsa stagione, sempre agli ottavi, fu decisivo non prendere reti a San Siro con il Porto per poi organizzare al meglio il ritorno. La dote sperimentata nella cavalcata 2022-23 è oggi ancora più evidente e serve nel tentativo di replicare lo stesso percorso: in più, rispetto ad allora, c’è Pavard che aumenta l’esperienza avendo già una Champions in curriculum. Senza scordare le antiche certezze: decisivo pure recuperare in fretta Francesco Acerbi, amuleto di Inzaghi e specialista nella marcatura di attaccanti top.
TRIANGOLO
—L’Inter ha davvero un respiro europeo. Un’anima da far invidia alle big. Non è solo questione di numeri, non dipende dalla fredda differenza reti: è un’attitudine in campo, un modo di affrontare il rivale di turno. All’Olimpico, ad esempio, è stato paradigmatico il modo in cui i nerazzurri hanno preso per le corna la partita nel secondo tempo: intensità e qualità, gli ingredienti necessari anche in Europa. Non è un caso che contro la Roma i tre nerazzurri che abbiano corso di più, oltre 12 km in totale, siano stati i centrocampisti titolari: il triangolo magico Barella-Calha-Mkhitaryan ha pochi rivali in Europa e polmoni per arrivare fino a Londra, dove si gioca la finale l’1 giugno.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Inter senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con FC Inter 1908 per scoprire tutte le news di giornata sui nerazzurri in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA