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L'assenza di Juventus-Inter in campo è stata rimpiazzata da un altro derby d'Italia, pervaso da una tensione decisamente superiore ad un match giocato. Una partita che qualcuno avrebbe voluto liquidare in maniera sbrigativa (facciamo così e basta), senza tenere conto della presenza dell'avversario. L'abitudine a imporre le proprie decisioni, senza nemmeno il bisogno di dichiararlo ufficialmente, è venuta alla luce in maniera naturale. Quasi fisiologica.
La società bianconera ha mosso mari e monti per non giocare Juve-Inter a porte chiuse. Oltre ad aver sottovalutato l'emergenza data dall'urgenza di contenere il coronavirus (emergenza che peraltro riguarda anche il Piemonte), la Juve si è adoperata con così tanta foga per non rispettare una decisione già presa, da rendersi probabilmente conto, solo in un secondo momento, che il mese di maggio e quell'assurdo giorno 13 votato al recupero di più gare, avrebbe in qualche modo penalizzato anche la sua squadra.
I bianconeri sono in corsa su tutti i fronti. Ma questo non può in alcun modo legittimare il fatto che altre squadre sacrifichino i propri interessi per i loro.
Se a Torino qualcuno aveva pensato di fare in questo modo, calpestando il mondo circostante, ha sbagliato e anche di grosso. A ricordarglielo proprio lui: il grande ex, Beppe Marotta (con toni attenti, perfetti per il momento che l'Italia sta attraversando ma mai così decisi da quando è in nerazzurro). Non sarà di certo l'Inter a fare i comodi della Juve. Forse a Torino si è sottovalutata la dirigenza nerazzurra. La risposta è stata adeguata.
Lunedì 9 marzo è stato definito "già qualcosa di buonsenso" da Beppe Marotta, ma non di certo la soluzione ideale. Sicuramente non la soluzione che l'Inter predilige. Intanto domenica 8 ci sarebbe in programma Inter-Sassuolo. E il giovedì successivo c'è l'impegno di Europa League con il Getafe.
Le date che si sono rincorse ieri nelle proposte e nelle voci spifferate sul web contano veramente poco. Quello che conterà sarà sedersi ad un tavolo con tutti i club e parlarne faccia a faccia. Andare al dunque senza veline interposte, i silenzi che parlano più di tante dichiarazioni non saranno (più) ammessi. La proposta migliore sarà solamente quella decisa ad un tavolo comune, decisa dal buon senso e tenendo conto degli impegni che ogni squadra deve affrontare da qui alla fine della stagione. Gli impegni di tutte le squadre, non quelli di una sola squadra.
SILENZIO ASSORDANTE
Hanno fatto rumore le dichiarazioni di Beppe Marotta, che nella giornata di ieri (e presumibilmente anche oggi) si è equamente diviso tra giornali/siti/televisioni per esternare il pensiero dell'Inter? Mi pare che più che le sue dichiarazioni faccia rumore il silenzio assordante della Juventus, che solo una settimana fa apriva alle porte chiuse in una trasmissione radiofonica attraverso le dichiarazioni del suo presidente. Un silenzio studiato.
Sarebbe stato difficile per i bianconeri spiegare il cambio di rotta. Perché si erano tanto opposti a Juve-Inter a porte chiuse per poi accettare di giocare qualche giorno dopo Juve-Milan con limitazioni (non per i tifosi bianconeri, naturalmente).
Un atteggiamento evidente che ha scosso tante coscienze, non solo quella interista. Liverani, Gattuso, Cellino, sono tante le voci che hanno gridato allo scandalo. Non è difficile immaginare il pensiero di Antonio Conte. Di assordante qui però c'è una cosa sola, al momento. Il silenzio di Andrea Agnelli e della Juventus.
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