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È l’Inter del sergente Antonio Conte, di regole ferree, disciplina e concentrazione alla base di tutto, ma nella notte del debutto stagionale in campo un pizzico di emozione si è avvertito. Ha condizionato, specialmente nei primi minuti, le giocate di tutti, vecchi calciatori e nuovi arrivati: il primo giorno di scuola è così, soprattutto all’inizio di un anno che ci si aspetta sia quello della maturità per i colori nerazzurri. Per far bella figura davanti a tutti c’era bisogno di rompere il ghiaccio prima possibile, allora Marcelo Brozovic ha deciso fare gli onori di casa, aprendo le danze con una perla che si è candidata di diritto a gol della giornata, insidiato da altri due poco dopo.
LA PROVA DEL 9 - Dopo aver sbloccato il risultato, l’Inter ha gestito possesso e spazi con una disinvoltura sempre crescente, nonostante alcuni meccanismi ancora da oliare e l’assenza di due titolari nel terzetto difensivo. I calciatori si sono ampiamente impadroniti dell’idea di gioco di Conte e in effetti qualcosa di diverso si è già visto: una più rapida ricerca delle linee verticali, più uomini impiegati per la fase offensiva (accettando un numero maggiore di uno contro uno nella propria trequarti) e lanci a tagliare il campo in diagonale per creare superiorità numerica sull’esterno. Tutto basato su un sistema di gioco che esalta le capacità di diversi singoli, come il redivivo Candreva o Stefano Sensi, vero gigante nella notte di San Siro, a dispetto di quello che racconta la sua altezza. Anche più di Romelu Lukaku. Il belga, non ancora al massimo della condizione per ovvi motivi, ha già fatto vedere di che pasta e fatto con il suo primo sigillo di rapina dinanzi alla Curva Nord: nemmeno il peso delle illazioni piovute dopo essere arrivato all’Inter è riuscito a rallentarlo (la percussione effettuata poco prima del gol è da multa per eccesso di velocità, soffio convinto in grado di spazzare via ogni briciolo di critica sulle sue doti atletiche).
COME CENERENTOLA - Prestazione e risultato sono di sicuro un ottimo auspicio per il resto della stagione, nulla più. Lo ha specificato anche Antonio Conte a fine gara: dalla mezzanotte in poi, non c’è più tempo per festeggiare. Bisogna subito pensare al Cagliari. Come Cenerentola, per non inciampare nel terreno sdrucciolevole della presunzione e macchiare un abito destinato alle sfilate migliori.
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