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Finalmente ci siamo. Oggi è il giorno in cui Antonio Conte, nuovo allenatore dell'Inter, incontra la stampa per la consueta conferenza di presentazione che si terrà nella sede nerazzurra di viale della Liberazione, nel cuore di Milano. Al suo fianco l'amministratore delegato Beppe Marotta, anche lui pronto a rispondere alle domande dei giornalisti. Presenti anche noi di Fcinter1908.it, pronti a riportarvi in tempo reale tutte le dichiarazioni.
Prende subito parola Beppe Marotta: "Tendo a rimarcare con orgoglio innanzitutto un risultato importante, l'essere usciti dal settlement agreement, ottimo viatico per il futuro. Il merito è della proprietà e del management, nelle persone anche di Antonello ed Ausilio. Per noi esistono due grandi diritti: il primo è scegliere gli uomini che compongono il progetto, il secondo è di scegliere i valori. Per quanto riguarda i valori basta guardare il palmares ricco della società e si possono sintetizzare in tre: la cultura del lavoro, la cultura della vittoria che ha portato ad ottenere quei risultati e il terzo valore è il senso di appartenenza che ti fa amare i colori e la maglia. Quando parlo di uomini intendo sottolineare quello che abbiamo fatto: al mio fianco c'è Conte, un profilo nel quale crediamo. Quanto vale in percentuale la presenza dell'allenatore in una società di calcio? Ancora oggi sinceramente non lo so, ma ritengo che la figura dell'allenatore sia fondamentale per tutto quello che un professionista riesce a dare. Conosco bene Antonio Conte e bisogna tenere conto delle vittorie che ha ottenuto in diverse forme, anche lui ha quei valori che abbiamo illustrato e che vogliamo estendere a tutti i calciatori e a tutta la società. Così potremmo ottenere risultati importanti in sintonia con blasone e storia di questa società".
Prende la parola Antonio Conte.
Perché hai scelto l'Inter? Puoi vincere subito?
"E' stato semplice scegliere l'Inter, ci siamo trovati ad avere la stessa visione quando ho parlato con il direttore e con il presidente. Sappiamo che dobbiamo passare per un percorso di fatica, ma hanno la mia stessa visione e ambizione. La presenza di Marotta è stata un incentivo, conosce i miei pregi e i miei difetti e anche questo è stato il motivo per il quale ho scelto una società di grande tradizione, tra le più importanti al mondo. Non mi pongo limiti, soprattutto ad inizio stagione, per non dare alibi all'ambiente. Sappiamo che negli ultimi anni si è creato un gap nei confronti della Juventus e anche il Napoli ha lavorato molto bene, noi dobbiamo dare il meglio di noi stessi, tutto quello che abbiamo. Vediamo cosa avverrà alla fine".
Per Marotta - Perché hai scelto Conte?
"L'idea che ho condiviso con Ausilio e successivamente con Antonello e con il presidente mi è venuta perché ha un profilo e non abbiamo contattato nessun altro. Abbiamo chiuso in fretta e abbiamo stilato un programma innovativo e molto ambizioso che rispetta la valenza della società. Il mercato? I lavori sono in corso. Piero Ausilio, che ringrazio per l'opera che sta svolgendo, sta lavorando con me al suo fianco per cercare di allestire una squadra competitiva, ma il management di una società calcistica ha l'obbligo di mixare la costruzione di una squadra forte e il rispetto dell'equilibrio finanziario. Siamo ancora in una fase di cantiere, non dobbiamo fare le cose in frettissima perché la fretta rischia di essere cattiva consigliera. Gli obiettivi che vogliamo raggiungere sono importanti".
Per Conte - Ti senti top player dell'Inter?
"Ringrazio il direttore per questa definizione, penso che i top player li dobbiamo avere in campo. Penso che l'Inter abbia una buona base di partenza, dove poter costruire qualcosa di importante. So di avere una grande responsabilità, me la sento addosso, nei confronti di chi mi ha scelto e sono pronto a prendermela e a dividerla con i miei calciatori. Questo è il periodo delle chiacchiere, noi dobbiamo parlare poco e lavorare tanto. Mi piace ricordare "testa bassa e pedalare", dovrà essere il nostro motto. Dobbiamo essere bravi, feroci e concentrati sul nostro obiettivo: avere stabilità e dare stabilità. Se vogliamo fare una stagione da protagonisti, bisogna avere queste caratteristiche. Ferocia e grande voglia di lavorare e mettersi in discussione. Abbiamo l'obbligo di uscire ogni domenica con la famosa maglia sudata, lo pretenderò da ogni calciatore".
Per Marotta - Perché Icardi e Nainggolan non rientrano più nel progetto?
"Quando si definisce un progetto bisogna identificare i profili necessari per realizzarlo. Non è corretto entrare nei particolari, abbiamo deciso così e siamo arrivarti a questa conclusione sofferta. Siamo gente di grande esperienza, non siamo sprovveduti. Non si può immaginare che noi vogliamo depauperare il nostro patrimonio, ma le scelte vanno fatte con grande coraggio. Abbiamo deciso di fare così, in modo omogeneo, senza mancare di rispetto ai professionisti. Si alleneranno con noi, ci sono diritti e doveri e noi li rispetteremo. Icardi alla Juventus? In questo momento lo escludo, non ci sono le condizioni. Bisogna trovare una società che possa soddisfare le esigenze del calciatore. Finora della Juventus non si vede neanche l'ombra".
Per Conte - Quanto puoi incidere sul gap?
"Io non ho la presunzione di poter portare dieci punti in più alla mia squadra. Lavoriamo per essere un gruppo unito e arrivare a dieci, venti punti in più rispetto agli scorsi campionati. Ciò che mi compete è indicare la strada, dovrò essere molto attento affinché i giocatori intraprendano la strada giusta. E' una strada di fatica e di sacrifici, i giocatori dovranno seguirla se abbiamo l'ambizione di essere o pensare da vincenti. Se qualcuno non ha questo tipo di ambizione o lo scopo della vittoria, è giusto che in maniera molto onesta si faccia da parte. Io dovrò essere molto chiaro ed indicare la strada. Confido molto nella nostra rosa, sono convinto che tutti insieme possiamo costruire qualcosa di importante. Non sarà facile, ci sarà da lavorare tanto, dovremo essere contenti di sudare e lavorare per arrivare all'eccellenza. Per me è una bellissima avventura, sono molto emozionato perché riprendo dopo un anno di inattività in un club di grande storia e dai tanti trofei. I trofei devono essere un incentivo per noi".
Per Marotta - C'è l'intenzione di arrivare all'affondo decisivo per Barella?
"Stimo e rispetto Giulini e Petrachi, anche se non sono perfettamente d'accordo. E' normale che la società venditrice ha il diritto di fare il prezzo che vuole, ma chi compra può fare le proprie valutazioni. Si tratta di una dinamica normale nel calciomercato, bisogna avere pazienza".
Per Conte - Vincere all'Inter al primo colpo è più difficile che nelle scorse esperienze?
"Ho detto che mi basta avere anche l'1% di possibilità di vincere, mi piace lavorare su quello. Ribadisco il concetto secondo il quale una squadra da otto anni a questa parte sta facendo un campionato a sé, oltre al Napoli che negli anni si è assestato ed è una squadra collaudata. Dobbiamo essere bravi a costruire qualcosa senza chiedere tanto tempo. C'è questa situazione in Italia, l'Inter per due anni di seguito si è qualificata in Champions all'ultima giornata, nessuno qui è un mago e io posso dire che lavoreremo tanto, bene e meglio degli altri se vorremo avere la speranza di colmare il gap prima possibile. Il gap esiste ma non deve essere un alibi o qualcosa che ci fa diventare arrendevoli. Nelle mie passate esperienze, alla Juventus partimmo dopo due settimi posti e vincemmo il campionato, con il Chelsea vincemmo il campionato arrivando da un decimo posto e con l'Italia siamo usciti con la Germania campione del mondo. Nulla è impossibile, ma c'è da lavorare tanto, sul mercato, in campo e sulla mentalità".
Per Marotta - Qual è la vostra strategia su Dzeko?
"Siamo davanti ad una partita a scacchi, dove il venditore prova ed essere più bravo del compratore. Non nascondo che è un obiettivo, il giocatore ha mostrato il suo assenso, ma c'è rispetto nei confronti della società che ne detiene i diritti sportivi e noi ci muoviamo con grande raziocinio. Siamo in una fase interlocutoria".
Per Conte - Analogie con il primo anno alla Juve?
"Non penso sia giusto fare paragoni con il passato perché sono sempre situazioni molto diverse. Da domani inizieremo a lavorare, sarà importante per me avere contatto quotidiano con i calciatori e recepire e trasferire le giuste sensazioni. Partiamo da una buona base, sappiamo che su questa dobbiamo lavorare per cercare di migliorare eliminando i problemi che ci sono stati in precedenza e aggiungendo quei profili che pensiamo facciano al caso nostro. Penso questa sia la squadra da percorrere, fare previsioni diventa difficile. La Champions League? Dovremo fare il massimo in ogni competizione che ci vedrà protagonisti, dovremo dare il massimo sapendo che niente è impossibile. Sappiamo che ci sono difficoltà enormi, ma dovremo lavorare con voglia e desiderio di fare qualcosa di straordinario. Per farlo hai bisogno di buoni giocatori ma soprattutto di uomini straordinari e questo stiamo cercando".
Per Marotta - Come si gestisce Icardi se resta all'Inter?
"Ne parleremo eventualmente a fine mercato. Oggi bisogna essere ottimisti e pensarla diversamente".
Per Conte - Quale obiettivo ti sei dato fino al 2022?
"Costruire qualcosa di importante. Mettere le basi per tornare ad essere competitivi e riportare l'Inter dove era fino a qualche tempo fa. Lavorare tanto e alla data di scadenza lasciare un'eredità importante".
Per Marotta - Con Conte hai vinto al secondo anno alla Juve, che succede ora all'Inter?
"Speriamo l'esito sia lo stesso".
Per Conte - Hai intenzione di fare lezioni ai giornalisti come fatto con l'Italia?
"Mi sono fermato quando ho visto che qualcuno provava a superarmi a livello di idee calcistiche (sorride, ndr). Sono situazioni molto diverse, cercavamo di coinvolgere tutti per far capire in che situazioni volevamo andare. Rimasi favorevolmente sorpreso, pensavo di non trovare persone così preparate. Il cuoco non svela mai la propria ricetta, io provai a portarli nella mia cucina sperando non recepissero tanto. Qui la situazione è diversa".
Per Marotta - Cosa ti ha dato più soddisfazione all'Inter e su cosa c'è da lavorare?
"Mi sono unito al vecchio management per cercare di apportare delle migliorie alzando l'asticella e portando qualità soprattutto umane. Credo oggi sia molto importante dare una mentalità vincente, non solo alle componenti tecniche, ma a tutte quelle che supportano quella tecnica. E' questo il compito principale. Con Antonello abbiamo il compito di scegliere gli uomini che definiscano un progetto vincente. Sono molto soddisfatto delle scelte che la società e il presidente mi hanno permesso di fare".
Per Conte - Che accoglienza ti aspetti a Torino?
"Sicuramente sarà una partita importantissima. Andremo a sfidare i detentori del titolo da otto anni, per cui saranno due partite importanti, fermo restando che non saranno le uniche. Nella globalità della situazione, se vuoi essere ambizioso, non puoi focalizzarti su due partite. Ci sarà sicuramente emozione, conoscete benissimo la mia storia e non vorrei tediarvi qui. Conoscete il mio passato, ci sarà sicuramente emozione fino al fischio di inizio: so benissimo di essere avversario e so che la Juventus è avversario per me, dovremo essere pronti a combattere e cercare di prevalere l'uno sull'altro".
Per Conte - Perisic costretto ad un ruolo più di sacrificio?
"Eto'o era un attaccante, entrato in un'idea che lo ha portato a sacrificare se stesso in favore della squadra. E' molto appropriato il confronto dal punto di vista del sacrificio. Cerco disponibilità nei miei calciatori, cerco calciatori che pensino con i 'noi' e non con l''io'. Avremo tempo per conoscerci e fare un percorso. Il mercato dura fino agli inizi di settembre, chiedo disponibilità da parte di tutti. Voglio gente che pensi con il 'noi': se qualcuno non dovesse essere sulla mia lunghezza d'onda, amici come prima: si faranno altre scelte".
Per Conte - Che gioco hai intenzione di fare?
"E' giusto sottolineare i meriti di Spalletti in questi due anni all'Inter. Gli è stato chiesto di entrare in Champions, lo ha fatto e mi lascia una buona base. Lo ringrazio per il lavoro svolto, grazie a lui e ai calciatori quest'anno abbiamo l'opportunità di giocare in Champions League e non in Europa League. L'obiettivo è di avere una maggiore stabilità e di arrivare ad essere più regolari. L'Inter si è qualificata negli ultimi due anni all'ultima giornata, noi dobbiamo alzare l'asticella e guardare chi ci sta davanti, trovando il modo di colmare la distanza. Il gioco che vogliamo fare è quello che ci permetta di trasmettere passione e rendere felici i nostri tifosi, rispecchiando l'Inter. Lavoreremo molto da un punto di vista tattico per dare identità all'Inter, un proprio marchio di fabbrica. Vogliamo rendere orgogliosi i nostri tifosi, ci tengo molto ed è giusto lavorare tanto per permettere a gente che fa sacrifici per venire al campo di essere orgogliosa della squadra al di là del risultato".
Per Conte - Quale sistema di gioco vuoi adottare?
"Tantissime volte mi è capitato di partire con un'idea e poi cambiare scoprendo le caratteristiche dei giocatori. Sicuramente quello che risalta agli occhi oggi dell'Inter è la forza del reparto arretrato e non mi riferisco solo ai nuovi acquisti. Partiremo sicuramente su una base di una difesa a tre, avendo giocatori forti in quel settore, ma vedremo che tipo di situazione andremo ad affrontare, ma non ho un dogma fisso. L'importante sono i principi e l'idea che vogliamo fare: un calcio propositivo e di grande intensità. Lautaro? E' forte, l'anno scorso ha fatto una buona stagione, ha fatto bene in Copa America, ma non vedo l'ora di incontrarlo e conoscere le sue qualità e provare a migliorarlo".
Per Marotta - L'idea Conte è maturata con il caso Icardi?
"Assolutamente no. E' stata la condivisione di una idea, tramutata in un approccio e poi in una trattativa e definizione avuta dalla società per un motivo: era il profilo migliore e incarnava le nostre esigenze".
Per Conte - E' la tua fida più difficile? No a Icardi e Nainggolan anche per motivi tecnici?
"E' una grande avventura. Difficile, ma al tempo steso molto intrigante. Ognuno di voi vive la sua vita per questo tipo di sfide, con un tasso di difficoltà importante all'inizio. Io vivo di questo, mi nutro di questo ed è difficile per me e al tempo stesso molto affascinante. C'è la possibilità di costruire qualcosa di importante insieme ai dirigenti e al presidenti. Non è per me la sfida più difficile, ma una tra le più difficili. Su Icardi e Nainggolan il club ha avuto il tempo necessario per valutare al meglio, prendere decisioni e agire. Io mi sono totalmente allineato alla volontà del club. Dobbiamo essere un'unica cosa".
Per Marotta - Ti piacerebbe uno scambio Icardi-Dybala?
"In questo momento uno scambio sarebbe utopistico. So quanto vale Dybala, tutto è aperto e stiamo alla finestra per vedere cosa succede".
Per Conte - Manca qualcosa in Italia che può essere importato dalla Premier League?
"Il calcio italiano si sta muovendo nella giusta direzione, investendo in infrastrutture e lavorando sul discorso del marketing. Sono stati bravi a trasformare la Premier nel campionato più ambito, questo ha portato tanti soldi. Hanno unito forza economica a competenze tecniche. Oggi ci fanno paura, c'è poco da dire, però penso che noi in Italia ci stiamo muovendo nella giusta direzione".
Per Conte - Testa, cuore e gambe. C'è un altro elemento da aggiungere?
"La passione per questo sport, che stiamo perdendo ultimamente. Bisogna averne di più e dimostrarla quotidianamente".
Al termine riprende la parola Marotta: "E' opportuno dare il benvenuto ufficiale a Lele Oriali qui presente, siamo tutti orgogliosi della scelta che abbiamo fatto".
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