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Getty Images
Sembra un lontano ricordo l'Inter che faceva faville nel girone di andata salvo poi crollare in quello di ritorno. Una storia che si ripeteva ciclicamente. In questa stagione, e anche la scorsa, l'Inter ha cambiato pelle. Gran parte del merito va ad Antonio Conte che in poco tempo è riuscito a trasmettere ai giocatori quella mentalità vincente che dalle parti di Appiano mancava da anni. "C’è il marchio indelebile di Conte su questo cammino tricolore. C’è l’orgoglio di chi, in meno di due anni, ha guadagnato 33 punti sulla Juventus. E ora vede lo scudetto lontano (al massimo) solo altri 13. Normale allora voler sottolineare il proprio lavoro e quello della squadra tutta", sottolinea la Gazzetta dello Sport.
"Conte l’ha fatto, pure con una qualche dose di polemica: «Forse qualcuno si augurava qualcosa di male per me e per l’Inter... c’era chi diceva che l’allenatore andava cambiato, che i giocatori erano delle pippe... ma chi mi conosce davvero può solo pensare che alla fine la barca arriverà in porto». In porto è andata la Juventus, la Nazionale pur senza vincere, il Chelsea, persino l’Inter della scorsa stagione, a un soffio dall’alzare al cielo un’Europa League".
"Conte ha alzato il tiro con le dichiarazioni, quando l’ha ritenuto necessario. Ha fatto un passo indietro quando non serviva più. Ha compattato l’ambiente nerazzurro dalle difficoltà per le voci societarie, trasformando queste ultime in un grimaldello motivazionale per i giocatori. Ha fatto da garante, ci ha messo la faccia, ha recuperato uomini (persi) alla causa, ha gestito forze e giocato sulle difficoltà delle inseguitrici. Impossibile stargli dietro. E infatti nessuno ci è riuscito".
(Gazzetta dello Sport)
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