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Inter, Marotta e Ausilio graziati ma Conte pressa: c’è un rischio da evitare assolutamente

Daniele Vitiello

L'analisi di Fcinter1908.it dopo Inter-Atalanta di ieri sera

Il rammarico con cui l’Inter ha lasciato il Meazza dopo l’1-1 con l’Atalanta è la dimostrazione di quanto siano cambiate le cose in casa nerazzurra negli ultimi mesi. 46 punti al giro di boa, miglior difesa del campionato, fianco a fianco con quella Juventus che in Italia ha dettato legge per otto anni. Eppure, smorfie e sguardi delusi hanno accompagnato l’uscita dei calciatori e di Antonio Conte dallo stadio. Il quarto posto conquistato a denti stretti lo scorso maggio all’ultima partita è soltanto un lontano ricordo, al quale i nerazzurri non sono nemmeno troppo affezionati. Pareggiare contro una squadra tra le più in forma del campionato, che l’anno scorso è finita davanti (e ora è a -11), non porta assolutamente appagamento. Dimensione cambiata, ambizioni stravolte dall’avvicendamento in panchina. L’Inter non si accontenta di migliorare la classifica, vuole imporsi e i numeri legittimano la fame della Beneamata.

QUANTO PESA - Ciò che però stride con la nuova fase inaugurata è il livello di una rosa non ancora adeguatamente profonda e all’altezza degli obiettivi. Ad Appiano sono tutti costretti a fare i conti con il peso di una maglia che chiede spalle adeguatamente larghe per essere sostenuta. Lasciare in campo fino all’ultima goccia di sudore è senza dubbio importante, ma fino ad un certo punto. Sono spesso dettagli a fare la differenza quando si combatte per determinati obiettivi e solo mezzi tecnici proporzionati permettono di mettere a fuoco il bersaglio. Nessuno osa mettere in dubbio lo spirito di sacrificio di un gruppo che prova costantemente a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Alla lunga, però, questo rischia concretamente di non bastare.

L’ARGINE DI CONTE – Lo sa bene anche Antonio Conte, che stavolta ha scelto un approccio diverso nelle interviste post gara. Consapevole che un aiuto potrebbe arrivare soltanto dal mercato, il tecnico nerazzurro ha preferito però glissare di fronte alle domande sul tema. Gli è sembrato più giusto rimandare ai fitti colloqui con la dirigenza ulteriori chiarimenti in merito. Nessuna stoccata che abbia messo spalle al muro Marotta e Ausilio, lasciati per il momento più o meno liberi di lavorare. Intanto il tempo scorre. La Lazio continua a correre e la Juventus non ha ancora giocato. Un passo falso bianconero a Roma non farebbe altro che aumentare il rammarico per il pareggio di ieri, che soltanto l’anno scorso sarebbe passato per oro colato.