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La crisi dell'Inter sembra non finire più. La squadra nerazzurra nelle ultime 10 partite ha collezionato solamente 9 punti, dopo 25 punti il bilancio è uguale a quello dello scorso anno con 48 punti e questa sera, una vittoria della Lazio, potrebbe spedire i nerazzurri al quinto posto. Il banco è forse già saltato in corso Vittorio Emanuele, e le colpe di Suning sono pesanti fin dalla scorsa estate, con una strategia economica poco chiara in sede di mercato e quell’improvviso taglio al budget deciso a cantiere ancora apertissimo. Ma l’errore decisivo è stato fatto a gennaio, quando si è deciso di ignorare il riemergere delle gravi lacune tecniche e di personalità di una rosa che in larga parte era già malamente naufragata nella scorsa stagione. Una austerity totale che ha di fatto cancellato la miracolosa partenza sul campo di Spalletti. Insomma, buttata alle ortiche la «seconda occasione» rappresentata appunto dal mercato invernale.
La proprietà ha fatto tanti proclami che poi, di fatto, hanno illuso i tifosi. «Inter is coming». «Vogliamo tornare fra le grandi del calcio internazionale». «La zona Champions è imprescindibile». Suonano oggi ancor più stonati i proclami societari ribaditi fra l’altro fino a poco tempo fa nonostante l’invalicabile muro alzato davanti a Sabatini e Ausilio. Già, il coordinatore dell’area tecnica di Suning Sports Group e il direttore sportivo dell’Inter, pur in regime di ristrettezze, erano riusciti a individuare e a bloccare soluzioni tecniche di un certo peso, tutte bocciate però. Obiettivamente clamorosi gli stop ai prestiti di Ramires e Texeira, giocatori del club gemello Jiangsu. Poco lungimirante poi il mancato investimento per l’asso argentino Javier Pastore. «Così in Champions League non si va», l’allarme lanciato con forza varie volte dai due uomini mercato nerazzurri. Evidentemente per Zhang e i suoi consiglieri più vicini la rosa andava bene così. Gravissimo errore di valutazione! I paletti del fairplay finanziario? Il piano di Sabatini e Ausilio era quello di mettere in sicurezza la zona Champions e di rientrare subito con una cessione eccellente prima del 30 giugno, un sacrificio alla Icardi per intenderci. Si è invece deciso di «rischiare», e potrebbe allora non essere semplice neutralizzare i danni economici e anche d’immagine conseguenti a un eventuale fallimento europeo.
(La Gazzetta dello Sport)
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