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Il “non siamo contenti” di Skriniar, l’intelligenza di Inzaghi: come ha svoltato l’Inter
Tre vittorie consecutive, quattro contando anche la gara vinta contro lo Shakhtar in Champions League. L’Inter c’è e, dopo un periodo poco brillante, ha messo le ali ai piedi e ha iniziato a volare alto. Da un potenziale -10 prima della gara col Napoli, adesso i nerazzurri si trovano a -2 dalla squadra di Spalletti. Guardando i numeri, la svolta è arrivata dopo la sconfitta con la Lazio, poi sono arrivate otto vittorie e due pareggi. Ma c’è un dato che va sottolineato, ovvero quello dei gol subiti. Prima della gara dell’Olimpico, l’Inter ha incassato 11 reti in 10 partite, da lì la necessità di arretrare il baricentro e sviluppare un gioco più attendista, soprattutto quando il livello della squadra avversaria si alza.
Un po’ come successe con Antonio Conte la scorsa stagione, quando il tecnico tornò sui suoi passi abbandonando l’idea di una squadra votata all’attacco, quella volta la svolta fu a Sassuolo. In questo senso vanno lette le parole di Milan Skriniar nella conferenza stampa alla vigilia della gara con lo Sheriff a San Siro: “Stiamo subendo qualche gol di troppo, dobbiamo trovare equilibrio tra attacco e difesa. Non siamo contenti di subire molto”. Una critica nemmeno troppo velata del difensore slovacco nei confronti di un nuovo modo di giocare più spregiudicato e che poco si adatta alle caratteristiche dei tre difensori.
Né lo slovacco, De Vrij e Bastoni, fanno della velocità la loro arma migliore. Creare il vuoto tra il resto della squadra e la difesa, ha messo un difficoltà tutti e tre. Inzaghi, che fin qui ha dimostrato di essere tecnico intelligente, ha fatto una piccola marcia indietro senza mai abbandonare la sua idea di calcio fatto di palleggio, verticalità e aggressione.
Non c’è dubbio che il tecnico piacentino abbia ereditato una squadra con caratteristiche ben precise: mentalità vincente, sacrificio e lavoro. Ma è altrettanto vero che ha impiegato pochissimo tempo a instillare nella squadra la sua filosofia e la sua visione. Ha preso, senza stravolgere, l’ottimo lavoro fatto da Conte nel biennio passato, e lo ha plasmato a sua immagine e somiglianza. Adesso la squadra diverte e si diverte.
Non era facile sostituire un tecnico come Conte, Inzaghi invece ci è riuscito benissimo entrando in punta di piedi in uno spogliatoio che pochi mesi prima aveva vinto uno scudetto. L'esatto opposto di quello che fece Rafael Benitez nel 2010 che cercò di cancellare l’impresa fatta solo qualche mese prima, mettendosi contro spogliatoio e l'allora presidente Massimo Moratti. Qui, al contrario, Inzaghi ha continuato sulla strada intrapresa due anni fa, riuscendo a coinvolgere tutto il gruppo, nessuno si sente escluso.
E poi il tecnico può contare su un altro fatto chiave, San Siro. Come si vede in basso dalla grafica di DAZN, dalla stagione 2020/21 in 26 gare l’Inter ne ha vinte ben 22, è la migliore dei top cinque campionati europei. I nerazzurri sono davanti a squadre come Paris Saint-Germain e Bayern Monaco. Aver ritrovato i propri tifosi, sempre numerosi, è una spinta in più per Inzaghi e i giocatori in vista della lunga corsa scudetto.
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