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C'è un'Inter che arranca ma c'è anche un' Inter che prosegue spedita la sua marcia. E' quella di Andrea Stramaccioni, tecnico preparatissimo che sta facendo maturare in fretta un gruppo di talenti che fanno davvero ben sperare per il futuro.
La Primavera nerazzurra, al di là della vittoria di oggi contro la Reggina o del trionfo contro lo Sporting nella Next Generation Series (in cui lo ricordiamo esordì prendendone sette dal Tottenham, mostrando poi tenacia e grande carattere), dimostra costantemente di avere idee chiare dal punto di vista del gioco (si vede eccome la mano di Stramaccioni) e sta mettendo in mostra almeno quattro talenti che sembrano già pronti per un calcio di un altro livello.
Il primo nome che viene in mente è quello di Rodrigo Alborno (1993), che in Paraguay è già un idolo e che arrivò all' Inter con grandissime referenze. L'esterno sudamericano, che in patria avevano ammirato in posizione avanzata, all' Inter è dovuto scalare sulla linea dei difensori, ma da terzino sinistro sta disputando una stagione di grande livello, in un ruolo in cui, tra l'altro, l' Inter ha spesso mostrato un problema atavico (non ce ne voglia l'ottimo Nagatomo) con giocatori spesso adattati.
Alborno è stato molto "pubblicizzato" al momento del suo approdo all' Inter, ma lo stesso si fece anche con la meteora Knasmullner, che arrivò con la nomea di nuovo Scwheinsteiger e con la garanzia di un passato al Bayern ma che fallì completamente nel processo di adattamento, abbandonando presto la compagine nerazzurra.
Altro nome che alimenta grandi speranze è quello di Samuele Longo (1992). Il centravanti di Valdobbiadene cresce di partita in partita e impressiona, considerando che è un classe 1992, per la capacità di fare reparto da solo e la costanza sotto porta. L' Inter, nel recente passato, ha già lasciato "scappare" troppo frettolosamente un talento come Mattia Destro; è auspicabile che con Longo non si commetta lo stesso errore (offerte ne sono già arrivate diverse ndr).
Altri due talenti messi in mostra da Stramaccioni rispondono ai nomi di Daniel Bessa e Joseph Alfred Duncan. Trequartista dal talento purissimo l'uno, centrocampista di rottura ma con grande propensione all'inserimento l'altro, i due sono autentici pilastri della Primavera.
Bessa (classe 1993) ha tutto del talento brasiliano (il ragazzo è nato a San Paolo): tecnica, dribbling, capacità nel tiro da fermo e visione di gioco. Ha cominciato negli Allievi ma ben presto ha fatto il primo salto di categoria, non appena i tecnici si sono accorti dei numeri di questo 19enne.
Duncan (1993), invece, è un pilastro della mediana di Stramaccioni. Il ghanese ha la prestanza e la potenza tipica dei giocatori africani, ma al contrario di suoi più illustri colleghi (Muntari e Mariga tanto per fare degli esempi) è maggiormente dotato dal punto di vista tecnico. Con la giusta disciplina tattica, può già essere pronto per palcoscenici più impegnativi.
Tralasciando altri elementi come Lorenzo Crisetig, che il grande salto lo sta per compiere e che già giostra a cavallo della prima squadra, questi quattro sono solo alcuni dei nomi che fanno sorridere la società nerazzurra. Roberto Candido, Ibrahima Mbaye, Marek Kysela, Marko Livaja, Simone Pecorini: la Primavera di Stramaccioni è piena di giocatori di talento.
Giocatori che possono rivelarsi molto importanti per l' Inter del futuro, e non solo come merce di scambio sul mercato. Perché alcuni di questi il bene dell' Inter possono farlo soprattutto sul prato del Meazza.
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