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Repubblica – Inter, a dicembre era già venduta: il retroscena. Questa sera…

Il quotidiano analizza quella che sarà la finale di Champions League e svela un retroscena sul club nerazzurro

Davide contro Golia. Manchester City-Inter è, almeno sulla carta, una sfida sbilanciata. La squadra di Pep Guardiola è considerata la più in Europa, una montagna difficile da scalare per l'Inter. Ma la squadra nerazzurra ha dalla sua alcune armi per mettere in difficoltà gli inglesi. "L’ora di allenamento dell’Inter nell’Atatürk Stadium è filata via tra risate e strilli di calciatori allegri, quella del City invece col solo rumore del pallone preso a calci: se l’umore vale qualcosa, se lo stato d’animo è una previsione, l’Inter dei sogni sembra arrivata al posto giusto nel momento giusto", sottolinea Repubblica.

"Si affrontano due club in slalom tra le rispettive spericolatezze. Il City è accusato dalla Premier League di oltre 100 potenziali violazioni delle regole economiche, l’Inter intende rifinanziare il prestito di Oaktree (375 milioni di euro nel 2024), ma dovrà farlo a tassi di interesse superiori a quelli attuali. Riaffiora proprio qui a Istanbul la notizia che a dicembre la società fosse già stata venduta a un fondo americano prima che il sogno di un lungo cammino in Champions inducesse ad alzare la richiesta (da 700 milioni a 1 miliardo) e facesse sfumare l’affare".

"Stasera però non giocano i denari sennò lo strapotere economico del City stritolerebbe l’Inter, che invece preoccupa Guardiola fino a consigliargli di abbassare il tasso di guardiolismo. L'Inter ha la forza della semplicità: «Ci serviranno le gambe per correre, la testa per rimanere lucidi e il cuore per dare quello che non pensiamo neanche di poter dare». È la ricetta di Inzaghi che davvero aveva un’aria serafica, e forse non soltanto perché sognare è meglio che ossessionarsi. L’Inter da due mesi è in stato di grazia, può programmare staffette e mettere in vetrina Lautaro, che in meno di sei mesi si sciropperà «le due finali più importanti che un calciatore può giocare ». A molti non basta una vita, neanche nei sogni".

(Repubblica)