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Antonio Conte ne ha viste tante, sa come si gestisce un gruppo e soprattutto sa come si gestisce un ambiente caldo ed esigente. I mugugni di San Siro durante la partita contro la Roma, oggettivamente ingiustificati per il momento della squadra e per la partita comunque disputata, non lo hanno lasciato indifferente.
Conte ha preferito prendere di petto la situazione e non poteva fare altrimenti, alla luce del rischio enorme che si cela dietro l'angolo. Sono due i giocatori che sono stati bersagliati, solo da alcuni settori, durante la gara con i giallorossi, chiusa con Handanovic spettatore aggiunto. Giova ricordare il "senza voto" per il portiere sloveno dinanzi ad una delle squadre più pericolose della Serie A.
Cristiano Biraghi e Valentino Lazaro non hanno certo giocato la partita della vita contro la Roma. Ma sono stati frequenti i mugugni per un loro stop complicato o per un passaggio sbagliato o poco efficace. Nel post partita, sono stati questi due i "protetti" dell'allenatore.
Conte sa bene quale sia il rischio in uno stadio come il Meazza. Il rischio che due giocatori fin qui utili alla causa diventino ben presto inutilizzabili nelle partite in casa. Quante volte San Siro ha scelto il capro espiatorio e gli ha reso la vita impossibile nelle partite interne?
Conte ha studiato l'Inter e ha studiato l'ambiente dell'Inter. La rosa che ha a disposizione non gli consente di gettare a mare due elementi. Meglio prevenire che curare, quindi. Scattato immediatamente il piano di difesa nei confronti dei suoi ragazzi, un piano condiviso da gran parte della tifoseria e anche dalla Curva Nord, scesa in campo a fianco dell'allenatore.
Tutti compatti verso l'obiettivo, di medio e lungo termine. Tutti, nessuno escluso. Conte lo sa ed è per questo che ha scelto di usare subito la sciabola e non il fioretto. Lo ha fatto con la società, lo ha fatto con i giocatori e lo ha fatto con i tifosi. Il progetto Inter ha bisogno che tutti stiano sul pezzo, ognuno con il suo ruolo. E il suo contributo.
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