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"Davvero è nato qualcosa di speciale. L’avrà forse portato Thuram, questo clima di felicità e sorrisi? Ci fosse stato Lukaku, Marcus avrebbe avuto di sicuro meno spazio per giocare, ma anche per esprimere la propria travolgente personalità. Può essere che Thuram sia l’amalgama della nuova Inter, ma è indubbio anche che ogni nuovo giocatore va accolto in una certa maniera per permettergli di essere se stesso. E la metà della rosa che è rimasta dall’anno scorso in questo senso è stata perfetta: ha capito la rivoluzione effettuata dalla dirigenza e aperto le porte dello spogliatoio ai rinforzi".
"Dimarco, sui social, riposta la foto dell’esultanza in cui Thuram si è inserito e scrive «Non ne posso più di te», ridendo. Ogni volta che pubblica qualcosa Mkhitaryan, arriva un tripudio di commenti da Barella, Bastoni e compagnia: lo chiamano lo zio Michele. A conferma che i più esperti della rosa non sono dei dinosauri inavvicinabili, dei leader intoccabili, ma dei compagni a cui piace, per così dire, sentirsi giovani. I nerazzurri vanno d’accordo perché l’ambiente è sano. E lo è perché sono state chiarite le gerarchie e sono state ridistribuite le responsabilità. Vedi Frattesi che viene rassicurato da Inzaghi dopo il mancato impiego contro l’Udinese e che risponde sorridendo. Delle nuove responsabilità, Lautaro ne è ovviamente il simbolo. Non è che è diventato capitano, è che lo fa. Sia in campo sia fuori", chiude il quotidiano.
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