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Un difensore centrale, un esterno di qualità, un portiere che possa sostituire Handanovic voglioso di volare verso altri lidi e qualche altro ritocco in giro per il campo. Asettici consigli per gli acquisti propinati quotidianamente agli interisti. “Gli uomini di cui avrebbe bisogno l’Inter”. Appunto, di cui avrebbe bisogno l’Inter. E gli interisti?Di cosa avrebbero bisogno i tifosi nerazzurri? Qualcuno se lo chiede mai?La sensazione è che in giro ci sia bisogno d’altro per appagare l’anima insoddisfatta della tifoseria nerazzurra, troppo sensibile e razionale per farsi incantare da qualche nome stampato sui giornali. Meraviglioso accogliere i campioni che accendono fugacemente la passione facendo leva sulla speranza, ma fondamentale è il vigore della fiamma, quella non deve spegnersi. Mai. E allora forse occorre sentire nuovamente sotto il palato il sapore della grande impresa. Quel gusto inatteso che sorprendentemente invade e conquista ogni senso, elevando l’essenza del tifoso verso le elevatissime vette della più nuda soddisfazione.Ma da quanto l’Inter non batte una delle prime tre forza in campionato? O almeno Roma, Napoli e Juventus, che negli ultimi anni stanno monopolizzando le prime posizioni? La risposta genera fastidio: due anni e tre mesi, precisamente 816 giorni. Tanti, probabilmente troppi. L’ultimo successo risale al 9 dicembre del 2012, quando l’Inter di Stramaccioni riuscì a battere 2-1 il Napoli allo stadio Meazza. L’ultima vittoria contro la Roma, invece, risale addirittura al 6 febbraio del 2011, mentre lo sgambetto alla Juventus manca dal 3 novembre 2012. Sull'ultima vittoria scalda cuori c'è il timbro del tacco di Palacio: 22 dicembre 2013, Inter-Milan 1-0.Che il tifoso interista abbia bisogno proprio di questo per rinvigorire le spalle e guardare con maggior ottimismo al futuro? Una vittoria di prestigio contro quelle squadre che il prossimo anno rappresenteranno ancora una volta il muro da abbattere per conquistare nuovamente un posto nell’Europa delle big. Un successo che vada oltre i nomi sulla carta, che premi la forza di volontà di un gruppo che ha fame di emergere, probabilmente anche contro avversari di maggior spessore. C’è voglia di vedere pantaloncini lacerati da scivolate sul campo, magliette intrise di sudore e fiatone così marcato da non riuscire a rilasciare interviste immediatamente dopo la gara. Ci vuole una vittoria che parli da sola, che dica in modo netto e deciso che l’Inter è viva. Domenica c’è il Napoli, con la possibilità di ripartire proprio da dove tutto era finito.
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