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Getty Images
Denzel Dumfries è stata la nota più lieta di Inter-Bologna. L'esterno olandese ha strappato applausi alla prima da gara dal primo minuto. Sottolinea infatti la Gazzetta dello Sport: "Il suo esordio da titolare può essere stato un elettroshock per la stagione dell’Inter: è l’attesa conferma che si può ancora viaggiare sulle stesse frequenze del passato".
Eppure sulle spalle dell'olandese grava un'eredità importante. Inevitabile il confronto con Hakimi: "La successione a destra viaggia ad alta, altissima velocità. Denzel in accelerazione a San Siro ha toccato la vertigine di 34,38 chilometri all’ora e siamo in zona Achraf, che l’anno scorso arrivò fino a 34,52. Contro il Bologna l’olandese ha percorso quasi 11 chilometri (10,95) e ha dato una presenza fisica che ha stupito l’intero staff Inter. Inzaghi si aspettava di inserire il nuovo esterno un po’ alla volta e, invece, i tempi sono stati accorciati e non serve più centellinare le presenze".
L'energia sprigionata a destra ha dato una marcia in più ai nerazzurri. Dal suo lato sono partite diverse offensive: "Denzel, nome dato dai genitori in omaggio al premio Oscar americano Denzel Washington, da bambino era stato costretto a fare visite su visite perché iperattivo, ma ora tutta quella energia la rovescia in campo. Col Bologna sono sgorgate da suoi piedi tre occasioni, compreso il gol iniziale di Lautaro, mentre il predecessore marocchino viaggiava a circa un’occasione a partita".
Almeno fino a questo momento, Dumfries e Hakimi hanno dimostrato di gestire diversamente il pallone. Sottolinea la Gazzetta: "La differenza, semmai, la noti nelle verticalizzazioni. Hakimi faceva in media un passaggio su quattro diretto in avanti, col Bologna Dumfries si è fermato al 14%. Tradotto, in questa nuova era l’esterno si catapulta in avanti con meno verticalità, ma senza perdere efficacia. Serviranno prove più dure per confermarlo, ma Denzel si sta ambientando benone".
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