Tutto è bene quel finisce bene (?).
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Inter, zero euro dagli epurati? Ecco perché invece è proprio quello il capolavoro di Marotta
L'editoriale di Giovanni Montopoli, direttore di Fcinter1908, sul mercato nerazzurro: i casi Icardi, Perisic e Nainggolan
La giornata di ieri ha decretato il tanto agognato “lieto fine” per tanti tifosi nerazzurri.
Mauro Icardi – alle ore 23.00 – viene ufficializzato al PSG. Trasferimento in prestito, contratto prolungato con l'Inter, riscatto fissato e adeguamento a 10 milioni a stagione qualora la società francese dovesse esercitare tale diritto.
Altrimenti?
Altrimenti si torna a Milano e riparte il tira e molla.
Ma non pensiamo a questo, ora.
Pensiamo ad altro.
Il mercato chiude i battenti e nello scontro annunciato tra Marotta e Paratici, l'AD nerazzurro esce vincitore su tutta la linea lasciato all'ex allievo la "solitudine della numero 9".
Buona campagna acquisti in entrata e ancor meglio quella riguardante le uscite.
“E perchè mai? Uscite che ad oggi non hanno portato un euro in cassa! E ci voleva Marotta per mandare in prestito giocatori che avrebbero dovuto fruttare plusvalenza e entrate da spendere sul mercato per completare la rosa?”
Direbbe quello che pensa sempre di saperla lunghissima.
Si, il valore aggiunto - dal mio punto di vista - è rappresentato proprio dalle uscite.
Mi spiego.
Icardi e Nainggolan messi fuori dal progetto, l'epitaffio di Marotta per alcuni, è stata gestita egregiamente dalla società nerazzurra. I tromboni, nel giorno dell'epurazione, hanno incessantemente suonato la litania, quella di una mossa fatale per l'Inter, che mai sarebbe riuscita a piazzare due giocatori dichiaratamente messi fuori squadra, che avrebbe potuto svenderli e basta.
E invece.
Entrambi via in prestito – verissimo - con all'attivo l'alleggerimento del monte ingaggi e la possibilità di trovare nuove (?) sistemazioni il prossimo anno. Prossimo anno che dovrebbe rappresentare il definitivo salto di qualità per i nerazzurri, quando la rosa attualmente affidata ad Antonio Conte, (una rosa competitiva e ben allestita), dovrà compiere quello sforzo sul mercato per migliorarsi ulteriormente, continuando il processo di inserimento di giocatori di primo livello in rosa.
Certo, non c'è la certezza del riscatto, ci sono però garanzie differenti.
La prima, riguarda Icardi che – come probabilmente sarà (e ci auguriamo) – dovesse riuscire a ritagliarsi un ruolo di primo piano al PSG troverebbe nella società francese la possibilità di aumentare in primis il suo ingaggio, il tutto a fronte di un investimento per il quale non dovrebbero far troppe storie. Ad oggi 70 milioni di euro sono per il club parigino una cifra abbordabilissima per un centravanti di tale livello, soprattutto alla luce della volontà di Cavani di non rinnovare il suo contratto.
Capitolo Nainggolan. Calciatore difficile da cedere a cifre ritenute convenienti per i nerazzurri alla luce dell'ultima stagione ma che nella sua “isola felice” potrebbe ritrovare quell'appeal spendibile sul mercato. Se sarà Cagliari o altra soluzione, si vedrà.
Diverso il discorso per Perisic. Il solo ad esser partito a fronte di un prestito oneroso, andato in un club dove – oltre la stima dell'allenatore, c'è la necessità di rimpiazzare sulle fasce gente del calibro di Robben e Ribery. Perisic è assolutamente un calciatore di prima fascia, vittima solo delle sue altalenanti performance, ma che – a fronte di nuovi stimoli – potrebbe ritrovare quello slancio in più per confezionare una stagione “delle sue” e strappare l'ultimo (?) ingaggio di livello.
“Quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito”. Non fermiamoci all'apparenza delle cose, andiamo oltre. Il vero valore aggiunto – con molta probabilità (diamine, un po' di ottimismo regaliamocelo ogni tanto) – arriverà la prossima stagione. Ora serviva pigiare il tasto RESET, occorreva restituire serenità ad un ambiente che la passata stagione ne ha vissute troppe e che Luciano Spalletti – con merito – ha gestito al meglio, evitando tracolli annunciati. Piaccia o no questo è un dato di fatto.
Il finale lo conosciamo, conosciamo gli errori commessi, sappiamo bene da dove ripartire. Certo, costa sacrificio, dispiace tremendamente veder partire un centravanti che mai avremmo voluto veder partire, ma la storia, quella nerazzurra, ci ha dimostrato come nessun calciatore sia insostituibile.
Serviva un cambio di rotta, c'è stato, guardiamo avanti senza girarsi indietro come fanno gli innamorati, non c'è tempo per i sentimentalismi è ora di tornare a vincere.
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