E così ci tocca l’Euroderby di Champions, quello che i tifosi di Milano avrebbero evitato molto volentieri.
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Inter in equilibrio sopra la follia: tempo di scelte forti. Non c’è quarto posto che tenga
Un misto tra euforia ed angoscia ci pervade, ma arrivati a questo punto bisogna solamente fare un grosso respiro e concentrarci sugli obiettivi.
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Ogni discorso fatto fino a qui va stoppato, cancellato. Perché arrivati alle semifinali di Champions è giunto il momento fare delle scelte, anche estreme e rischiose. Non si può vivere alla giornata, bisogna avere delle priorità.
Il quarto posto è complicatissimo, c’è una semifinale di ritorno di Coppa Italia da giocare tra le mura amiche di San Siro contro la Juventus, acerrima nemica. E si riparte dall’1-1 dell’andata con tante polemiche. La finale è li ad un passo. Impossibile trascurarla o metterla in secondo piano anche perché l’avversaria con ogni probabilità sarà la Fiorentina, quindi non certo un avversario proibitivo.
Dopo la Supercoppa vinta contro il Milan, l’Inter di Inzaghi ha la possibilità storica di approdare ad una finale di Champions inattesa, neppure immaginata dal più ottimista degli ottimisti. Era nascosta nei sogni più reconditi dei tifosi che mai si sarebbero aspettati un cammino del genere.
E oggi forse è anche doveroso sottolineare quello che è stato un cammino europeo di tutto rispetto: Barcellona (primo in Spagna a +11 dal Real ), Bayern Monaco, Viktoria Plzen (campione Rep. Ceca), Porto (campione in Portogallo) Benfica (primo nella lega portoghese).
Tutto però diventa aleatorio perchè prima ci sono 180 minuti da vivere col fiato sospeso, con l’ansia perenne di chi sa che da questo doppio impegno dipenderanno le sorti della stagione. Perché non c’è quarto posto che tenga per quanto sia di vitale importanza per società e progetto a breve termine, perché ormai nelle condizioni di Suning tutto si può dire tranne che parlare di ‘progetto’ in senso stretto.
Ci apprestiamo a vivere giorni intensi , duri, carichi di aspettative e di tensioni. Notti insonni, in bilico tra l’euforia e la depressione, perché in base a come finirà la stagione dipenderanno le sorti di milioni di tifosi.
È tutto un equilibrio sopra la follia’ canta Vasco Rossi, interista DOC, e proprio in queste condizioni ci appresteremo ad affrontare una doppia sfida in condizioni estreme. Nonostante tutto l’allenatore resta in bilico, mezza rosa con contratto in scadenza, alcuni sono a fine corsa ed altri saranno sacrificati sull’altare del bilancio e per la maggior parte di questi la possibile finale di Champions è un'occasione più unica che rara.
Un contesto assurdo per una squadra che, nonostante una stagione discutibile, in campionato ha fatto un percorso Champions da incorniciare ed è ad un passo dalla finale di Istanbul, ha in bacheca una Supercoppa ed è in semifinale di Coppa Italia.
Ma su cui grava un quarto posto in classifica salvifico per i conti della proprietà. Ma oggi deve azzerarsi tutto. È giunto il momento di sedersi e ragionare con in mano un calendario folle. La Champions deve diventare una priorità, così come la Coppa Italia perché arrivati fino a qui sarebbe comunque un altro trofeo da esporre in bacheca. Difficile pensare che nella testa dei calciatori ci sia posto per altro anche in virtù dei discorsi fatti sopra.
Poi il futuro si vedrà: arriverà il momento dei bilanci, ma non ora. Ora è il momento di sognare, di recuperare la miglior condizione fisica e mentale e di arrivare alla doppia sfida contro i cugini al top della condizione, che vuol dire far rifiatare chi deve farlo. Anche a costo di non arrivare quarti in campionato, lasciando spazio a chi ha giocato meno.
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