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I bambini che giocano a calcio dovrebbero chiedersi: che giocatore vorresti essere da grande? E rispondere senza alcuna esitazione, Davide Frattesi. Davide è un bambino che si diverte a giocare a calcio con la ferocia dei grandi. Sorride e scherza in panchina, poi il mister lo chiama e lui corre a riscaldarsi sotto la curva dei suoi tifosi. È lì che Davide entra in partita, esaltandosi con i cori che disegnano nell'aria l'amore per questi colori, preparandosi alla sua guerra quotidiana. A bordo campo, immaginando una palla da buttare dentro come quella sulla quale si è avventato ieri al 95'. Davide è un Julio Cruz ancora più spietato, giovane e affamato come solo i giocatori della sua bellissima specie sanno essere. È un bravo ragazzo, che sogna di portare la nonna sul pullman della sua squadra e che lava i piatti per stemperare la tensione prima di una partita importante. È un giocatore che fa impazzire l'avversario perché se c'è anche solo l'ombra di una possibilità lui in quella possibilità ci si infila come un treno che non fa fermate. Pronto a fare gol. E ad esplodere di una gioia difficile da raccontare. Ha giocato 743 minuti in campionato e di gol ne ha segnati 5 (uno in meno di Rafael Leao, che invece è stato impiegato 2204 minuti: per dire). Non chiamatelo riserva, Davide Frattesi. La rivoluzione di Inzaghi parla chiaro. In questa Inter, che continua a volare, le riserve non esistono.
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