La doppia sfida di Barcellona, nel momento più difficile per l'Inter, ha fatto reagire i nerazzurri che di fatto si sono ritrovati. Anche grazie alle scelte di Inzaghi che ha trovato un nuovo assetto a centrocampo.
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Inter, avanti con la formula Barça. Calhanoglu e Mkhitaryan, Inzaghi sceglie la qualità
"Dopo un avvio di stagione altalenante, Simone Inzaghi ha trovato le chiave per la sua Inter 2.0. E lo ha fatto nella condizione mentale più complessa, col rischio eliminazione dalla Champions dietro l’angolo e senza due titolarissimi come Brozovic e Lukaku. Paradossale, ma senza il motore principale – Brozovic – la squadra ha cambiato marcia con i due motori di emergenza – Calhanoglu e Mkhitaryan – cancellando in meno di due settimane l’annosa Brozo-dipendenza. Con Calha e Micki al comando, l’Inter ha messo il turbo e sono arrivate le vittorie contro Barcellona, Sassuolo e Salernitana, oltre al pari del Camp Nou. Basta una vittoria mercoledì col Viktoria Plzen per strappare il pass per gli ottavi di Champions con una gara d’anticipo", analizza La Gazzetta dello Sport.
"Squadra che vince non si cambia, o almeno non si toccano quei meccanismi che hanno aiutato a voltare pagina. Domani a Firenze giocherà la formazione migliore perché c’è tempo per recuperare energie per la Champions. E sarà la stessa che è andata a un passo dall’espugnare per la prima volta nella storia nerazzurra il Camp Nou, ad eccezione dell’inserimento di Acerbi in difesa al posto di Bastoni. E in mezzo al campo, saranno ancora Calhanoglu e Mkhitaryan a dettare i tempi dell’azione e della pressione.
La strana coppia funziona, perché sa integrarsi bene nelle due fasi di gioco e perché l’intelligenza tattica dei due aiuta a non dare punti di riferimento agli avversari. Calha e Micki sanno scambiarsi la posizione a seconda del momento e della pressione degli avversari. Quando uno si abbassa a ricevere, l’altro si va a infilare tra le linee avversarie, spezzando l’equilibrio numerico in mezzo al campo. E la loro gestione non solo asseconda più velocemente il movimento delle punte, ma rende Barella più libero di lanciarsi nell’area avversaria", sottolinea il quotidiano.
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