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Lautaro
—Dal dicembre 2021 il Toro non restava per una gara intera in panchina, pur essendo a disposizione del suo allenatore. «Aveva bisogno di un riposo completo», ha detto di lui Inzaghi. Il tagliando è fatto. Frutto di un colloquio tra i due. Perché si sa quanto l’argentino tenga ai gol in campionato e al titolo di capocannoniere. Ma da capitano ha capito. Da persona intelligente ha compreso che Madrid mercoledì vale più di una gioia personale a Bologna. Contro quell’Atletico che poteva essere la sua squadra.
Thuram
—Inzaghi ha gestito il ritorno di Thuram, dopo il problema muscolare dell’andata, alla perfezione. Venticinque minuti con il Genoa, 65 due giorni fa a Bologna: Thuram si è sciolto, gli allunghi sono i soliti. Gli è mancata la connessione con Lautaro, ma per quella c’è il Metropolitano. Marcus a Madrid sarà un fattore determinante. Perché l’Inter sa di dover presumibilmente soffrire, ma la capacità che ha il francese di tenere in tensione le difese avversarie con i suoi allunghi è decisiva, nella testa di Inzaghi.
Calhanoglu
—C’era un po’ di apprensione, nei giorni scorsi, per il recupero di Calhanoglu. E invece la gestione tra staff medico e staff tecnico è stata perfetta. A Bologna, sun un campo che via via si è fatto anche pesante per colpa della pioggia, Calhanoglu è rimasto in campo per un’ora piena. «Certe cose le pensiamo prima», ha detto Inzaghi facendo riferimento alle scelte. I 60 minuti del turco erano stati immaginati a tavolino, tutto è andato secondo copione. Calhanoglu sta bene, a Madrid dirigerà lui.
Acerbi
—Il campo gli mancava da un mese e mezzo e al rientro, lunedì scorso contro il Genoa, un po’ di ruggine s’era notata. Non c’era certezza che Acerbi potesse reggere per una gara intera a Bologna. Ma le risposte sono state eccellenti, il cambio non è stato necessario. A Madrid servirà la sua capacità di leggere gli anticipi su Morata. Il Dall’Ara in questo senso è servito come test. Sarà lui a guidare la difesa con Pavard e Bastoni. E dentro una partita in cui la fase difensiva sarà centrale, affidarsi alle certezze è un punto a favore.
Dimarco
—A Bologna Dimarco si è scaldato a lungo, poi Inzaghi ha scelto di farlo restare in panchina. Scelta logica e presto spiegata: l’infortunio di Carlos Augusto ha avuto una conseguenza diretta anche su Madrid, nella quale Dimarco dovrà reggere un livello alto per 90’. Federico non ha vissuto un periodo scintillante, a cavallo della gara d’andata. Al Metropolitano la capacità di sfruttare le fasce sarà decisiva.
Mkhitaryan
—Mezz’ora risparmiata vale doppia per lui. È il giocatore col maggiore minutaggio dell’Inter, ma non sembra risentirne. La sua capacità di ribaltare l’azione per Inzaghi è un’arma letale. Così è spiegata la sostituzione del Dall’Ara: il check-in per la Spagna è già fatto.
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