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Inter, oltre la furbata di Anderson: Inzaghi ha già individuato l’errore più grande
Ci sono vigilie che comportano emozioni più intense di altre. L’avvicinamento verso duelli che scatenano il vortice dei ricordi è inevitabilmente intriso di sensazioni particolari, perché il passato entra in gioco senza bussare e ingombra la mente, impedendole di proiettarsi più liberamente sulla sfida. Simone Inzaghi ha avuto anche più tempo del consueto per pensare al suo ritorno a Roma, per la prima volta da avversario, dopo ben 22 anni. Non una gara qualunque, senza ombra di dubbio. Ma al fischio d’inizio tutto svanisce e la testa è solo al presente. E in effetti l’impatto dell’Inter è stato sicuramente tra i migliori.
Un primo tempo importante, al termine del quale il risultato sarebbe potuto essere anche più netto. Il predominio nerazzurro non si è convertito in un vantaggio che potesse tenere la squadra a distanza di sicurezza da eventuali pericoli e imprevisti. Questo di sicuro il più grande errore dell’Inter all’Olimpico. Non la prima volta in stagione, aspetto sul quale bisognerà lavorare con una certa urgenza ad Appiano Gentile. L’ammissione è arrivata anche da parte dello stesso Inzaghi al triplice fischio, lucido più che mai. Avversari, spazi e partite vanno aggrediti quando c’è tempo e modo di farlo: le ambizioni della Beneamata richiedono una maturità che al momento il gruppo ha mostrato soltanto in parte. Il blackout di ieri ha gettato nel buio il gruppo in un momento della partita in cui non sono ammessi alibi.
Detto abbastanza sui demeriti dell’Inter, una piccola riflessione è inevitabile anche sulla scelta di Felipe Anderson di concludere un contropiede superando un avversario rimasto a terra nell’azione precedente. Legittimo, non c’è che dire. Altrettanto comprensibile però lo stupore generale, considerando il clima di grande sportività che di solito accompagna le sfide con la Lazio. Una decisione che svuota di significato il lungo gemellaggio tra tifoserie che già in alcuni frangenti ha dato la sensazione di stare più a cuore dei tifosi nerazzurri che di quelli biancocelesti.
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