È difficile trovare una risposta al grande enigma che ha fatto da filo conduttore alla stagione dell'Inter. Perché la squadra di Inzaghi ha spesso sofferto in campionato, mentre nelle coppe volava? La risposta è nelle motivazioni, certo, ma anche in una condizione atletica ritrovata, soprattutto nei suoi uomini chiave che giocano a centrocampo. "Spesso il problema di una macchina, prima ancora dell’abilità del pilota, è nel motore. L’Inter prendeva gol e ne sbagliava troppi anche per il calo di rendimento del suo centrocampo", sottolinea il Corriere della Sera.
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Inter, è stata questa la gara della svolta. Alti e bassi? Ora la risposta è più chiara
"Se la partita della svolta definitiva è quella di andata e ritorno con il Benfica, dove l’Inter ha trovato tracce del vecchio Brozovic, rivisto il vero Barella e capito quanto sia fondamentale Mkhitaryan, allora la risposta è più chiara. Appena Inzaghi ha ritrovato il suo trio magico, con la variabile Calhanoglu a impreziosirlo, da regista e da mezzala, da titolare o da riserva di lusso, l’Inter è rifiorita, senza più alti e bassi".
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"Se al 3-5-2 di Inzaghi va riconosciuto il merito di sapere imporre il gioco, ma anche di giocare in modo reattivo a seconda dell’avversario, è anche vero che se il centrocampo non corre e non fa correre la palla, servendo gli esterni e le punte, allora non ci sono troppe alternative. L’Inter crea e corre molto: è terza per km percorsi a partita in campionato, mentre il Milan è 16°. È una squadra molto fisica, che quando decolla è difficile da fermare, grazie anche alla qualità tecnica dei suoi manovratori. È proprio nel cuore della sala macchine il dubbio principale di Inzaghi, che dovrà scegliere fra Brozovic e Calhanoglu".
(Corriere della Sera)
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