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Oltre 50mila spettatori anche questo pomeriggio per il match contro il Genoa, circa 160mila tifosi totali in tre gare interne, oltretutto in sfide di mediobasso richiamo: Fiorentina, poi Spal e appunto i liguri. La risposta del popolo interista - secondo La Gazzetta dello Sport - è commovente e arriva dopo un’estate prima piena di illusioni di mercato e poi obiettivamente deludente sul fronte degli acquisti.
L'Inter al momento è molto simile negli uomini alla squadra che l’anno scorso ha deluso con una seconda parte di stagione inaccettabile, una squadra che però oggi lotta dal primo all’ultimo minuto, ha senso di appartenenza e mostra un’organizzazione di gioco importante, caratteristica quest’ultima che più di tutte ha permesso a Icardi e compagni di portare a casa tredici dei quindici punti finora in palio, bottino per nulla scontato calendario alla mano.
Per la maggior parte del tifo interista, la quasi totalità del merito di una simile partenza va a al tecnico toscano, l’unico a garantirsi finora i cori di una curva che da anni non dedica invece attenzioni particolari ai singoli giocatori, colpa di un post Triplete gestito malissimo in campo e fuori. Di Spalletti piace l’approccio al lavoro, il rispetto che ha sempre mostrato per il pubblico e il modo in cui ha rialzato concretamente un ambiente ai limiti della depressione dopo il settimo posto dello scorso campionato.
Il tecnico protegge la squadra, raccontando anche qualche piccola bugia, a maggior ragione dopo le giuste critiche piovute in seguito alla brutta prestazione di Bologna: anche per questo oggi Spalletti è il vero leader di uno spogliatoio disposto a tutto per il suo condottiero. Fra i suoi fedelissimi c’è sicuramente Mauro Icardi, arma letale in nerazzurro: 151 presenze complessive, 84 gol (12° assoluto, a 10 gol da Mariolino Corso che è decimo); in Serie A, 130 partite
e 77 gol, decimo posto, Vieri è nono con 103 centri. Occhio, perché parliamo di un ragazzo classe 1993. In questo campionato il bomber di Rosario è andato a segno in quattro delle cinque partite fin qui disputate: sei centri complessivi, due doppiette (contro Fiorentina e Roma), sempre a segno a San Siro. Una vera e propria sentenza l’argentino, che tra i giocatori con almeno quattro gol in campionato è quello che ha tentato meno volte la conclusione: quattordici tiri totali.
Oggi affronta il Genoa, la sua prima vittima in serie A: 18 novembre 2012, erano i tempi della Sampdoria, derby sentitissimo, subito gol pesanti per un predestinato dell’area di rigore; meno di due mesi dopo arrivò anche la doppietta (con vittoria) contro la Juventus a Torino.
(Fonte: Mirko Graziano, La Gazzetta dello Sport 24/09/17)
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