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L'Inter completerà il suo percorso di plusvalenze. E lo farà con successo, entro oggi, come fatto anche nel 2018. Servivano 45 milioni e l'Inter completerà cessioni per 45 milioni. Capitolo chiuso? Non esattamente. Le plusvalenze restano e resteranno un tema all'ordine del giorno in ogni sessione di mercato estiva.
Il mese di giugno, quindi, potrebbe essere ribattezzato il mese delle plusvalenze. E' stato così nel 2018, è stato così in questo 2019 e sarà così anche nel 2020.
Essere usciti dal settlement agreement "non cancella la necessità della corsa alle plusvalenze. I criteri del Fair Play finanziario, quelli che si applicano a tutti club (non solo agli osservati speciali), prevedono che, tenendo conto degli ultimi tre bilanci, le spese non possano superare i ricavi di più di 30 milioni. Insomma, i conti degli ultimi 3 anni possono tollerare un -30 di passivo. Motivo per cui risentiremo parlare di plusvalenze anche il prossimo giugno.
Però la quota potrebbe essere più bassa, visto che il fatturato del club è in crescita (dai 281 milioni del 2018 ai 360 circa con cui si chiuderà il 2019) e considerato che per i conti Uefa andrà in «archivio» la stagione 2015-16, la prima di Suning che fece segnare un passivo di 140 milioni sul mercato (poche cessioni e 70 milioni spesi per Joao Mario e Gabigol). Il rigore negli investimenti resta, ma la situazione da cui partiranno i conti nel 2020 potrebbe essere più positiva. Poi certo, molto dipenderà dal bilancio di questa sessione estiva", spiega oggi la Gazzetta dello Sport.
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