All'interno del suo approfondimento per il Corriere dello Sport di oggi, Alfredo Pedullà si è soffermato sul rapporto tra Antonio Conte e Mauro Icardi all'Inter: "Tra Sarri e Higuain può esserci ancora un perché, mentre tra Conte e Icardi saremmo ai titoli di coda. Utilizziamo il condizionale perché quando sei sotto contratto (2021) e il bonifico mensile è una certezza, prima di sbattere la porta in faccia bisognerebbe lasciare mezza finestra aperta. Conte sarebbe lieto di non ripartire da Maurito per mille motivi: tecnici, umorali, comportamentali (un tweet al minuto della signora Wanda sarebbe per Conte come entrare con il piede a martello sulla serenità di un ciclo che parte). Il mercato di Icardi è fermo, fermissimo".
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Inter, Icardi il grande fardello per Conte. Un punto manda in asfissia i nerazzurri
Le ultime sul futuro dell'attaccante argentino
Sulle possibili destinazioni si è già discussio: "Lui andrebbe alla Juve, anche se non lo ammette, unico vero sfogo professionale per dimenticare. Ma la Juve è intasata di attaccanti centrali, non intende mettere sul tavolo la bellissima figurina Dybala (elogiato da Sarri), quindi oggi siamo completamente fermi. Il Napoli? L’ha apprezzato, l’apprezza, l’ha cercato qualche anno fa, per ora siamo allo stop obbligato e non è certo scontato che ripartiremo. Perché poi dipende da lui e dalla voglia di dire sì a qualcuno, voglia oggi assolutamente relegata in cantina. Neanche lo scommettitore specialista di mercato potrebbe dare oggi una quota esatta e convincente sugli eventuali sviluppi. Icardi e signora sono in vacanza in Giappone. Wanda continua a postare e - prima di decollare - non ha certo nascosto che, se dipendesse da lei, resterebbe almeno un altro anno all’Inter. Semplice: arriveremmo al 2020, a un anno dalla scadenza, e sarebbe molto più semplice svicolare a basso prezzo. Una situazione che non può piacere all’Inter, per motivi facilmente intuibili. Anche perché, inutile stare a disquisire troppo, più le settimane (o i mesi) trascorrono, più diventa complicato tenere in vita una valutazione accettabile rispetto a quella famosa clausola da 110 milioni. Questo è il punto che manda in leggera asfissia l’Inter, perché stiamo parlando di un patrimonio e in qualche modo una soluzione andrà individuata".
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