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Inter, Icardi fuori dalle fiamme tra un dato scontato ed una sorpresa. Ma c’è un gesto che stride

L'analisi su quanto avvenuto ieri sera in Genoa-Inter

Daniele Vitiello

Sono stati tutti su di lui gli occhi nella notte di Marassi ed era inevitabile che fosse così. Mauro Icardi è tornato a fare ciò che gli riesce meglio, nonostante una forma fisica sicuramente migliorabile, e questo non era altrettanto scontato. Sebbene l'argentino avesse già dimostrato in carriera di essere in grado di allargare le spalle e gonfiare il petto soprattutto nelle situazioni con maggiore pressione, erano diversi i punti interrogativi che accompagnavano il suo ingresso in campo insieme al resto della squadra (per la prima volta dopo circa quattro anni da ultimo della fila e non primo, ovviamente senza fascia sul braccio). Al Ferraris la gara si è messa subito in discesa e le curve che hanno condotto al novantesimo non hanno nascosto alcuna insidia, per la gioia di un ambiente che meritava una serata tranquilla e che si gode il consolidamento del terzo posto quando mancano otto giornate al termine della stagione. Un errore da mani nei capelli, poi il rigore procurato e trasformato, prima di chiudere con la giocata forse più emblematica: un filtrante chirurgico che ha regalato a Perisic il pallone del 3-0. Lo stretto necessario per riprendersi le redini almeno del reparto avanzato nerazzurro e spostarsi un po' più avanti rispetto alle fiamme che hanno circondato Appiano Gentile e dintorni nelle ultime settimane.

NOTA STONATA - Ciò che stride e francamente rimane inspiegabile è il coraggio da parte di parte del tifo nerazzurro presente a Genova di non esultare al gol di Icardi, conseguenza diretta della presa di posizione da parte della Curva Nord arrivata l'altro ieri attraverso il comunicato che tanto ha fatto discutere. Una decisione che si fatica a comprendere proprio perché l'ottica del tifoso dovrebbe essere quella di lenire eventualmente un livore e non in qualche modo acuirlo: quando la palla supera la linea di porta avversaria è l'Inter ad aver segnato, a prescindere da chi abbia accompagnato la sfera in rete. Un vantaggio accumulato dalla Beneamata va sempre festeggiato, soprattutto in un momento particolare come questo. Ognuno è libero poi di custodire nel proprio cuore i beniamini che più ritiene vicini al suo modo di intendere il calcio e che più gli provocano la pelle d'oca, la sottolineatura che però ci preme sussurrare è che in un contesto del genere, se si mira a mettere l'Inter davanti ad ogni cosa, risulta necessario che tutti remino nella stessa direzione, ogni addetto portando a termine il compito al quale è chiamato. E quello di un tifoso è proprio sostenere la squadra, altrimenti risulta un po' come un calciatore che decide di non rispondere ad una convocazione o decidere di star fuori a tempo indeterminato... O no?

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