L'evoluzione tattica della formazione nerazzurra offre nuove soluzioni alla squadra di Inzaghi, già mostrate in queste prime gare
L’Inzaghiball è in piena forma e continua a crescere, migliorare, ed evolversi. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, l'Inter della scorsa stagione era quasi una macchina perfetta, capace di dominare molte partite. Tuttavia, il rischio era che il suo gioco potesse diventare prevedibile e che gli avversari trovassero il modo di contrastare i suoi meccanismi. Ma le prime tre giornate di campionato hanno dissipato questi timori.
Il pareggio contro il Genoa potrebbe sembrare un passo falso, ma non deve trarre in inganno. Come evidenziato dal Corriere dello Sport, anche a Marassi si è vista la vera Inter, che però non aveva la freschezza necessaria per eseguire il suo gioco con la rapidità abituale. Se non fosse stato per gli errori di Sommer e Bisseck, la squadra di Inzaghi avrebbe comunque potuto vincere contro il Genoa. La prova successiva contro il Lecce ha visto un'Inter più dinamica e, per larghi tratti, dominante. Contro l’Atalanta, la velocità di esecuzione è stata straordinaria, rendendo il gioco offensivo di Lautaro e compagni incontenibile.
L’ultima versione dell’Inzaghiball ha introdotto nuove soluzioni tattiche: Dimarco, ad esempio, in alcune situazioni si è inserito in area come un attaccante aggiunto, mentre Pavard ha giocato spesso sulla trequarti, contribuendo direttamente ai primi due gol. Il difensore francese è stato anche visto spostarsi su entrambi i lati del campo, mostrando una versatilità notevole. Anche Acerbi ha avanzato il proprio raggio d’azione, facendosi trovare oltre la prima linea di pressing avversaria e guidando l'assalto all'area avversaria. Inoltre, Thuram ha dimostrato una maggiore cattiveria sottoporta, frutto di un lavoro specifico sulla finalizzazione.
Come sottolinea il Corriere dello Sport, Inzaghi è un maestro nella preparazione delle partite, e questi movimenti potrebbero essere stati studiati appositamente per contrastare il sistema difensivo dell’Atalanta, noto per le sue marcature a uomo a tutto campo. Alla base del gioco dell’Inter c’è un principio fondamentale: non avendo giocatori particolarmente abili nel dribbling o nell’uno contro uno, la squadra si basa sulla superiorità numerica generata dai movimenti e dagli scambi rapidi di pallone. L'obiettivo è quello di creare spazi nella difesa avversaria, nei quali inserirsi per affondare il colpo.