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Inter-Juve: la legge del mercato è uguale per tutti. Isla? Ok il prezzo è giusto!

Alessandro De Felice

L’erba del vicino è sempre più verde ? Non sempre, quantomeno non dinanzi alla legge del mercato. Quella si sa, è uguale per tutti. Anche per Juventus ed Udinese. La dinamicità dei prezzi relativi ai cartellini dei calciatori è  un...

L'erba del vicino è sempre più verde ? Non sempre, quantomeno non dinanzi alla legge del mercato. Quella si sa, è uguale per tutti. Anche per Juventus ed Udinese.

La dinamicità dei prezzi relativi ai cartellini dei calciatori è  un qualcosa di incredibilmente folle, un'annata fortunata o particolarmente storta, possono determinare l'impennata o il crollo assoluto della valutazione dell'individuo. Insomma, c'è un confine totalmente astratto che divide l'affare dal bidone.

Guardando in casa nostra, abbiamo gli esempi di Alvarez e Pereira, praticamente invendibili allo stesso prezzo di acquisizione, nonostante sia trascorso pochissimo tempo dal loro arrivo a Milano. Neanche la giovane età dei due calciatori spinge alcun club a correre il rischio di presentare un'offerta simile a quella che in tempi non sospetti, l'Inter ha dovuto formulare per garantirsi le loro prestazioni.

Certe cose accadono solo all'Inter? No. Certo che no. È proprio quanto si sta verificando con il caso Isla. La Juventus, per il cileno, ha versato nelle casse dell'Udinese 9,4 milioni di euro per la metà del cartellino, salvo poi - causa l'annus horribilis del calciatore - dover assistere ad una repentina svalutazione del prezzo del centrocampista.

Fonti vicine al calciatore ci hanno confermato che Isla è molto vicino ai nerazzurri i quali, per la metà del cartellino in possesso del club di Torino, hanno offerto circa 6 milioni di euro. La Juventus non ha ancora accettato il compromesso, tuttavia si ha la sensazione che aggiungendo un altro mezzo "milioncino", l'affare possa andare in porto. Dunque, ricapitolando, se l'affare dovesse chiudersi secondo queste cifre la Juventus, nell'affare Isla, vedrebbe perduti circa 3 milioni di euro, quasi il 35% di svalutazione, se presa in considerazione solo la metà in possesso del club di Agnelli. Anche in casa bianconera devono fare i conti con un concetto che terrorizza la società italiane: minusvalenza.