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Lì per lì non avrà fatto di certo i salti di gioia. Lo abbiamo visto passeggiare nervosamente davanti alla panchina alla ricerca delle giuste contromosse da adottare per non sciupare quanto di buono fatto fino a quel momento. Perché Dio solo sa cosa avrebbe voluto dire Antonio Conte ad Alexis Sanchez se solo avesse avuto la possibilità di chiudersi in camera caritatis con il cileno. La simulazione ad inizio secondo tempo di Sampdoria-Inter non solo ha compromesso la sua prestazione e rischiato di fare altrettanto con il risultato maturato fino ad allora con i blucerchiati, ma - con il rosso rimediato per somma di ammonizioni – ha tolto di fatto all’ex Udinese la possibilità di scendere in campo contro la Juventus nel derby d’Italia di domenica prossima. Una follia che fino a poco tempo fa avrebbe gettato nel panico la squadra e alle ortiche quanto di buono fatto, ma che invece stavolta è rimasta danno circoscritto che non ha minato gli equilibri. Perciò, al triplice fischio, le indicazioni che Conte ha portato a casa sono state assolutamente positive sull’atteggiamento della squadra e sulla condizione fisica. Una prova di forza e maturità germogliata dal momento più delicato dell’incontro e che è chiaro ed ulteriore segnale all’ambiente e alle rivali. L’assist involontario di Sanchez ha confermato che qualcosa è davvero cambiato e quest’anno sarà difficile per chiunque, in qualsiasi situazione, affrontare i nerazzurri.
QUANTE SOLUZIONI – Della metamorfosi nerazzurra diventa interessante anche sottolineare una profondità di rosa decisamente diversa dagli scorsi anni. Più elementi da impiegare, ognuno con le proprie zolle di campo a disposizione e relativi dettami già assimilati. Dopo aver inserito Biraghi contro la Lazio, a Genova Conte ha gettato nella mischia Alessandro Bastoni ed ha avuto modo di osservare anche in gara la grande personalità e il gran bene che si dice di questo ragazzo. Arriverà il momento anche di Valentino Lazaro, in campo solo per uno spezzone di gara contro lo Slavia Praga, e torneranno utili anche le geometrie e l’intelligenza tattica di Borja Valero. Le qualità del singolo al servizio della squadra. Un pozzo dal quale attingere ad ogni evenienza, sebbene sia da rendere ancora più profondo nelle prossime sessioni di mercato.
COPIA E INCOLLA – Ciò che continua a mancare, e torniamo a sottolinearlo anche oggi, è la giusta dose di cinismo negli ultimi metri. Una mancanza palesata in quasi tutte le gare dall’inizio di stagione. Lautaro Martinez, al netto dell’impegno e delle buone cose dimostrate, rimane purtroppo esempio lampante in attesa di scrollarsi di dosso l’ansia accumulata per le clamorose occasioni sciupate che avrebbero dato maggiore tranquillità all’Inter. E non sarebbe stato affatto male.
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