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Inter, la grande colpa di Inzaghi riapre le ferite. Resta una domanda

Milan Inter inzaghi
L’analisi di Fcinter1908.it all’indomani di Milan-Inter

Daniele Vitiello

Le ferite dell’Olimpico si sono riaperte, l’emorragia in casa Inter è tornata. Di gioco, oltre che di punti: il derby col Milan è una coltellata che fa male e purtroppo rischia di lasciare il segno. L’assenza di Lukaku non basta a giustificare la sconfitta, perché anche senza il belga quella nerazzurra resta una squadra di tutto rispetto ed è grave non aver trovato in settimana un’alternativa di gioco valida.

E pensare che l’Inter era riuscita anche a sbloccare la gara con una grande azione, ma al primo episodio contrario è piombata in uno dei classici blackout che ormai sono inevitabile consuetudine e descrivono forse il limite più grande di Inzaghi e del suo gruppo.

Milan Inter nord coreografia

Perché è (quasi) tutta qui la differenza tra le due sponde del Naviglio in questo momento. Dopo lo 0-1 il Milan non ha mollato di un centimetro, sull’1-1 - nonostante una gara ancora tutta da scrivere - l’Inter non è stata in grado di fare altrettanto. I nerazzurri hanno perso inspiegabilmente certezze, lasciando il pallino del gioco agli avversari. In balia delle folate rossonere, Inzaghi non è riuscito minimamente a gestire il momento dal punto di vista mentale, prima ancora che tattico (cambi ancora una volta tardivi).

Inter, resta una domanda dopo il derby

Il colpo di coda finale si è infranto poi contro il muro eretto da Maignan. Il Milan può anche fare affidamento un portiere che dà sicurezza a tutta la squadra e porta punti. Un lusso su cui l’Inter ora non può contare. A portieri invertiti Inzaghi avrebbe avuto un jolly per sperare di cavarsela? La domanda nel day after sembra piuttosto legittima e impone riflessioni su un percorso di avvicendamento che non può essere più rimandato.

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