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Inter, Lukaku a San Siro 453 giorni dopo: “Romelu ha un desiderio araldico”

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Ieri, 453 giorni dall’ultima indimenticabile volta datata 23 maggio 2021, il belga ha riaperto le porte della sua casa da 78mila posti

Marco Astori

C'è tanta attesa per Inter-Spezia di questa sera, sfida che vedrà tornare il Meazza tutto esaurito e colorato di nerazzurro. E gli occhi saranno puntati soprattutto su Romelu Lukaku, che torna a San Siro di nuovo. Scrive La Gazzetta dello Sport: "Negli ultimi 453 giorni Romelu Lukaku ha vissuto tre vite: prima ha toccato il cielo a Milano, poi è precipitato su suolo britannico e poi si è rialzato in un moto d’orgoglio per riprendere il volo qui da noi. Ieri, 453 giorni dall’ultima indimenticabile volta datata 23 maggio 2021, il belga ha riaperto le porte della sua casa da 78mila posti e pazienza se era deserta. Era solo un allenamento di vigilia, un assaggio prima di un giorno atteso lungamente.

Oggi, invece, San Siro sarà riempito fino a scoppiare e la maggioranza dei tifosi saranno là per vedere lui dentro a Inter-Spezia. Sia i tifosi che hanno subito perdonato e si spelleranno le mani per lui già prima dell’inizio, sia la curva Nord per il momento un po’ più sostenuta e ancora ferita dall’abbandono: ognuno, a modo proprio, vorrà vedere l’effetto che fa quel gigante che sembra Gulliver lì in mezzo al campo. Un capopolo e non solo un centravanti. Il gol-lampo a Lecce è stato un primo ritorno alla normalità italiana - prosegue la Rosea -, ripetersi in un Mezza tutto esaurito un completo ritorno alla felicità.

Inter Lukaku

La riconnessione con il sentimento interista è iniziata, ma non sarà immediata: il belga ne è consapevole e misurerà le parole rispetto al passato. Una volta riportata l’Inter al titolo dopo 11 anni, Romelu ostentava il suo status di ”re di Milano”: detronizzato il “nemico” Ibra, gli piaceva sentirsi sovrano (calcistico) della città che ama. Il bomber che regna dentro San Siro. Adesso, con questo strano 90 sulla schiena simbolo quasi di redenzione, e col tricolore stampato sul petto dei cugini, il belga inizia un’altra battaglia.

Non c’è solo la voglia di dimostrare alla Premier di essere ancora l’ariete che butta giù ogni muro. C’è pure un desiderio araldico: al momento Rom accetta di essere un sovrano decaduto, ma ha detto a compagni vecchi e nuovi e a Simone Inzaghi che si impegnerà solennemente per riprendere la vecchia corona. Se verrà indossata di nuovo non dipenderà solo da un successo personale, ma da un trionfo di squadra. Non conteranno i gol, ma solo lo scudetto. Insomma, il regno di Lukaku II è condizionato al raggiungimento della seconda stella: per uno che ha già toccato il cielo una volta, non è un’impresa impossibile", conclude il quotidiano.

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