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Nel post partita di Milan-Inter non c’è spazio per le recriminazioni dei vinti. I novanta minuti del Meazza hanno restituito al campionato una capolista ancora più consapevole dei suoi mezzi, vittoriosa con pieno merito in un derby acceso sul piano dell’agonismo, ma mai in discussione su quello del risultato. Il calcio spesso è semplice e non nasconde grossi segreti: il Milan ha giocato nel pieno delle sue possibilità, ma ha trovato di fronte a sé una squadra decisamente più forte in ogni angolo del campo.
Questa vittoria nasce da una autorevolissima prestazione dell'Inter, ma si è concretizzata diversamente rispetto a quella con la Juventus. Il divario schiacciante non si è manifestato oggi con l'ausilio dell'avversario. La squadra di Pirlo, che in altre situazioni ha comunque dimostrato di non essere superiore ai nerazzurri, incappò in una serata storta che ne acuì i limiti. Stavolta, invece, c'è stata banalmente troppa Inter per il Milan di Pioli e questo dà ancora maggiore peso alla prova di forza degli uomini di Conte.
Ha funzionato tutto, partendo dal redivivo Handanovic: i suoi interventi hanno spento sul nascere le speranze di rimonta durate appena pochi minuti ad inizio ripresa. La difesa dell’Inter ha retto alla grande, dimostrando di avere raggiunto una sinergia che in questo momento della stagione le permetterebbe di affrontare chiunque. Perfetta la doppia fase della mediana, anche se a spostare pesantemente gli equilibri è stato l’attacco nerazzurro. Stavolta non c’è stato uno tra Lukaku e Lautaro che abbia giocato meglio del compagno di reparto. La LuLa ha confermato l’affiatamento e la forma dei giorni migliori e, da crescente contro la Lazio, è diventata piena, eclissando le ambizioni dei cugini rossoneri.
L’Inter vista oggi ha dato forma ai sogni più nobili dei suoi tifosi (alcuni dei quali non hanno convinto fuori dal Meazza prima della partita, ma questo è un discorso che trasversalmente coinvolge anche il Milan). La zampata feroce ha cancellato la sconfitta dell'andata e lanciato i nerazzurri verso un traguardo che manca da più di dieci anni. Nulla è ancora fatto, fa bene Conte a tenere alta la concentrazione dei suoi, perché anche gli impegni sulla carta meno ostici nascondono insidie tremende. I prossimi impegni, ha ragione Conte, diranno cosa vuol fare da grande questa squadra. La LuLa piena sembra preannunciare l'alba più bella.
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